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Federico Bernardeschi si è perso. Irriconoscibile, spaesato, lontano parente del giocatore ammirato pochi mesi fa, ad esempio contro l’Atletico Madrid. Un calo che, da Firenze, ha messo nei guai Maurizio Sarri

OPACO - Sì, perché nella partita pareggiata dalla Juve con la Fiorentina si è fermato l’indiavolato Douglas Costa. Subentrato al posto del brasiliano, Bernardeschi ha fornito una volta di più una prestazione opaca, senza spunti, acuti o fiammate di alcun tipo. Quasi intimorito dal ruggito del “Franchi”, che continua a vederlo come traditore, e lo ha accolto di conseguenza, Federico ha patito il ritmo dei centrocampisti viola, sparendo nelle pieghe della partita, senza saltare mai l’uomo, non creando mai superiorità numerica, fallendo anche gli appoggi più banali. 

RETROCESSO - Da quel momento Sarri lo ha retrocesso. In panchina contro l’Atletico Madrid e il Verona, a Brescia martedì è entrato a 20 minuti dalla fine, con lo stesso atteggiamento molle mostrato a Firenze, al posto di Ramsey. Già, il gallese, l’elemento chiave che ha permesso a Sarri di rivoluzionare la Juve. Douglas Costa ko, Bernardeschi opaco, modulo cambiato. Dal 4-3-3 al 4-3-1-2: Ramsey schierato trequartista, alle spalle di due punte. Ronaldo, Higuain e Dybala si alternano davanti, il gallese rifinisce e si inserisce. E Bernardeschi? Sparito, come al cospetto dei fischi del “Franchi”. Neanche il forzato stop di Douglas Costa l’ha rilanciato, ma la Juve continua ad aspettarlo, vuole recuperarlo. Avrà un’altra chance, riuscirà a sfruttarla?