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La sfortuna è cieca, ma Douglas Costa l'ha indirizzata piuttosto bene. O male. Dipende poi dalle sfumature del discorso e da come lo si vuole intendere, forse solo dalla parte in cui si sta. Perché a fine anno, dalle parti di Torino, sono arrivati a spaccarsi in due fazioni: chi vuole Douglas lontano, chi vuole il vecchio Costa. Stesse persone fino a un certo punto. Di sicuro, non gli stessi calciatori. 

PATRIMONIO - Allegri, in conferenza, ha sdrammatizzato e costruito un teatrino. Richiamando colori e situazioni. Il nocciolo: il brasiliano non s'è visto. Per quanto accaduto e per quello che ha combinato, per quanto ha vissuto e per quanto ha patito. Non solo fisicamente. Si ripartirà insieme? Domanda senza risposta, al momento. Ma nel calderone delle situazioni, un aspetto è stato clamorosamente tralasciato: l'ex Bayern è un patrimonio di questa Juve, e l'assenza nelle giornate chiave si è sentita più di quanto possano raccontare le statistiche. No, non abbiamo negli occhi il palo di Amsterdam: ma tutta la stagione passata. E sarà pur vero che gli errori, specialmente da queste parti, si pagano con i fazzoletti bianchi guardando lo specchietto retrovisore, però... però l'errore è pure trattare Costa come un giocatore qualsiasi. Intercambiabile come tre quarti della rosa. Ma ne siamo proprio sicuri?