Eppure il primo impatto con la Juventus Primavera è stato tutt’altro che devastante. Al di là del minutaggio o dei gol, nei primi mesi Mancini è apparso, in campo, come un elemento slegato dal gruppo, alla ricerca dell’amalgama con il gruppo. Ancora, arrivano in soccorso le parole di Montero per fotografare la situazione: “Ha vissuto un’estate difficile, in forma positiva, perché alla fine è arrivato alla Juve. Deve arrivare sano al 12 novembre, così poi ha tempo di crescere. Non deve avere giorni liberi, poi andremo in ritiro e deve fare il massimo per esplodere. Ha potenzialità anche se in un momento difficoltà si vede che é fortissimo”.
Mancini, però, è intenzionato a bruciare le tappe e diventare protagonista prima della sosta del campionato Primavera. Due gol nelle ultime due uscite: contro Maccabi Haifa e Bologna, che arricchiscono un bottino arrivato a 11 presenze e 3 reti totali tra Italia ed Europa. Ancora più importante, l’impressione di aver trovato il suo ruolo nel gruppo, di non essere corpo estraneo ma perfettamente amalgamato con il resto dei meccanismi. Una pedina sempre più centrale nel progetto e che sta provando a giustificare l’investimento del club e l’accelerata per strapparlo dalle mani del Milan. Il tutto sempre sotto lo sguardo attento del padre che ne segue da vicino gli sviluppi, ne cura gli interessi, chiede ai presenti come sia andato e cosa c’è da migliorare.
E adesso? Come anticipato da Montero il primo obiettivo è arrivare alla sosta e utilizzare al meglio il momento del ritiro per crescere di condizione. Non è da escludere, più in là, qualche comparsata con la Next Gen: un passo in avanti, verso il sogno della prima squadra.