La Juve ha costruito la propria superiorità in Italia anche spogliando le avversarie delle loro migliori risorse. Indimenticabile da questo punto di vista l’estate del 2016, dopo che i bianconeri avevano vinto lo scudetto con margine ampio - ma non straordinario - su Napoli e Roma. Come allontanare quelle due rivali che cominciavano a farsi sotto minacciose? Rafforzandosi, certo. Ma anche indebolendole entrambe. Così, sfruttando le clausole rescissorie presenti nei rispettivi contratti, Agnelli ha portato a casa Higuain e Pjanic, depredando le principali concorrenti. Con la voracità di chi è più ricco, potente e attrattivo. Due atti di forza, quasi di arroganza: l’arroganza dei vincenti.
Cosa impedisce alla Juve oggi di comportarsi allo stesso modo con Donnarumma? In piccola parte la presenza di Szczesny, portiere di grande affidabilità anche se ormai oltre i trent’anni: sostituirlo con il milanista sarebbe un’operazione lungimirante dal punto di vista tecnico. In parte, forse, il freno viene dallo stesso calciatore, profondamente legato al mondo rossonero; non abbastanza da rinunciare a guadagnare di più, e lo si può anche capire, ma sufficientemente per non sposare i rivali bianconeri (sarebbe un affronto ai suoi tifosi attuali). Probabilmente l’elemento principale che finora ha tenuto la Juve lontana da Donnarumma, però, è il costo dell’operazione, che sarebbe ingente benché il trasferimento sia in teoria a costo zero: ci sarebbero da pagare una commissione ricchissima a Raiola e un contratto da almeno una decina di milioni netti a stagione al giocatore, in tutto un’operazione vicina ai 150 milioni in 5 anni. Per questo Agnelli osserva la vicenda da lontano. Attenzione, però: osserva…
@steagresti