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Fabio Paratici è un nome che solo di recente ha iniziato a circolare con frequenza nei giornali e nei discorsi tra i tifosi. Eppure, in questi anni, l'uomo e il professionista Paratici non sono cambiati di una virgola. Stesso lavoro di sempre, stessa passione e stessa dedizione. Il ds della Juve, cresciuto fianco a fianco con Pippo Inzaghi, ha sempre avuto un talento speciale nel riconoscre i campioni. E questa capacità con gli anni si è affinata, crescendo con lui.

Il giovane Paratici, racconta La Gazzetta dello Sport, girava il mondo cercando di far coincidere tempi e luoghi dei suoi viaggi di piacere con i torneo Under 20 o gli Europei. Studiava i giocatori, prendeva appunti e poi si autovalutava, per capire quanto ci avesse visto giusto. Ad averci visto giusto, sicuramente, è stato Beppe Marotta che lo portò con sé alla Samp. Prima come osservatore, poi come Capo Osservatore e infine come ds e braccio destro. Anche alla Juve.

È un puttore, Paratici. Dipinge profili, attingendo a tutto quello che può. Il campo, certo, ma anche la famiglia, che vuole conoscere nel dettaglio epr valutarne il grado di compatibilità con la squadra. Passione e dedizione, parole chiave, senza la ricerca delle luce della ribalta, che comunque l'ha raggiunto: PSG, Milan, Tottenham, Arsenal. In tanti hanno provato a portarlo via da Torino. Lui, però, ha sempre declinato. Resta alla Juve, con Marotta, suo maestro e primo a credere in lui.