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Mai come in questi mesi c'è così tanta attenzione sul settore giovanile della Juventus e in particolare sulla Next Gen. Diversi giovani hanno fatto il passaggio tra seconda squadra e prima. A 5 anni dalla nascita di questo progetto e dopo 23 giocatori che dalla Next Gen hanno esordito in Coppa Italia, Serie A o Champions League, Cronache di Spogliatoio ha fatto visita a Vinovo, casa del settore giovanile e della Juventus Women per capire meglio cosa c'è dietro questa realtà.

Per fare ciò, è stato intervistato l'attuale allenatore della Juve Next Gen, Massimo Brambilla (QUI LE PAROLE DI BARRENECHEA): "Anche per me è l’esordio in una prima squadra e, a livello di lavoro, ci sono poche differenza tra la Primavera e quello che stiamo facendo adesso. Dobbiamo lavorare sulla crescita dei ragazzi sotto tutti gli aspetti, ma quello che cambia e che qui il risultato conta". Il vero salto sta nella competitività: "Affrontiamo partite toste, contro rose che lottano per salire oppure non retrocedere. La differenza sta in questo concetto. Il lavoro in settimana è poco diverso, ma la domenica i calciatori possono capire davvero quello che serve per diventare grandi. Sei in un campionato dove il risultato conta, la classifica ha un peso importante. In Primavera, se perdi, alla fine non succede niente".

Sul lavoro corretto per la crescita dei giocatori, ha aggiunto: "Sono in un’età in cui i margini di miglioramento sono volubili e durante la settimana ci concentriamo su questo aspetto. Dobbiamo metterli nel contesto corretto, organizzato a livello di singolo e di squadra, perché nel weekend è fondamentale che facciano parte di un ambiente che lavora a meraviglia contro formazioni di livello», anteponendo però la prestazione al risultato."

"Cerchiamo di far capire ai ragazzi che il risultato è solamente il frutto della prestazione, che questa deve sempre avere la priorità, senza perdere di vista il resto. Ci sono tante variabili che antepongono una vittoria a una sconfitta, e niente deve intaccare il senso della loro preparazione in settimana. Se alla prestazione non leghi il risultato, significa che qualcosa non ha funzionato bene, ed è materia di studio per mostrare ai nostri atleti la direzione corretta".

Brambilla spiega come la Next Gen sia il giusto scalino per arrivare in prima squadra:"Il salto tra la Primavera e la prima squadra è troppo difficile. Certo, ci sono le eccezioni, quelli che possono permetterselo. Questa rosa è nata per questo motivo, per porsi nel mezzo. Deve essere funzionale alla crescita, inserire lo stacco della C rispetto a una realtà giovanile. Sono campionati completamente diversi. In C trovi tattica e fisicità differenti, così come il modo di interpretare le gare. È come confrontare il giorno con la notte. Chi arriva dalla Primavera, inizialmente qualcosa concede e soffre: una volta che ti adatti, migliori a vista d’occhio, specialmente perché a quest’età sei in perenne evoluzione".

"Serve ai ragazzi per capire cosa li aspetta fuori, che non è tutto dorato come alla Juventus e che la realtà, se si vuole arrivare in alto, è diversa. Allenatori e dirigenti lo ricordano spesso, ma solo quando toccano con mano se ne rendono conto. I miei sono mentalizzati, ho un gruppo serio che si rende conto che qui da noi non è la normalità".