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C’è una parola, che compare nelle diagnosi post esami strumentali, che spaventa i calciatori e può condizionarne la carriera: pubalgia. Dolore che si presenta e poi scompare, per ricomparire all’improvviso. Mancanza di sicurezza, paura quando si accelera e si cambia direzione. Come un ago beffardo all’altezza dell’inguine, che decide di pungere quando più lo gradisce. Un problema che Dusan Vlahovic si trascina ormai da mesi: ci ha lavorato in estate, per presentarsi al meglio all’avvio della stagione della Juventus. Si è ripresentato in inverno e lo ha tenuto fuori dai convocati di Allegri, prima di partire per il Mondiale.
 
Arrivato in Qatar, le condizioni fisiche non sono migliorate. Lo dimostra il minutaggio e lo scarso impatto avuto per la Serbia, una delle grandi deluse di Qatar 2022: 66 minuti anonimi contro il Brasile, panchina contro il Camerum, 55 minuti e un gol nella sfida contro la Svizzera. Poi l’eliminazione, le valigie e le vacanze, prima di ripresentarsi alla Continassa.
 
Un periodo di ferie, di circa dieci giorni, poi a inizio della prossima settimana Dusan Vlahovic si unirà al gruppo già a disposizione di Allegri tra le mura del JTC. La Juventus lo riaccoglierà ammaccato e deluso, per quanto abbiamo raccontato prima. I piani del club, al di là di quanto successo, su di lui non cambiano. Il numero 9 bianconero è ancora al centro del progetto tecnico presente e futuro di Madama. Tutto intorno a lui, però, e non si può distogliere lo sguardo su questo, è cambiato, o cambierà a fine stagione.
 
I top club europei guardano da vicino in casa Juve, per vedere se dalle macerie post terremoto societario può spuntare un gioiello da depredare. Vlahovic sicuramente è da iscrivere alla categoria di prezioso da proteggere, ma di fronte ad un’offerta irrinunciabile, non si potrà rispondere con un no secco, andranno fatte delle valutazioni, e questa è già di per sé una notizia, un segno dei tempi che cambiano.