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Il ritorno di Allegri, l’addio di Cristiano Ronaldo, i risultati che non arrivano e la posizione in classifica che varrebbe la Champions League lontana ancora 4 punti. Quello che la Juventus ha vissuto nelle ultime stagioni è un vero e proprio terremoto, dopo 9 anni di vittorie e stabilità. Un terremoto che ha raso al suolo l’edificio costruito con sapienza e pazienza, che ha distrutto le fondamenta. Da dove ripartire, quindi? Semplice: nuovi pilastri, nuove fondamenta e via con la ricostruzione. Da Dybala, prossimo a legarsi a vita con la Juventus, da Chiesa, sulla strada per fare il percorso del fuoriclasse e su de Ligt, che rappresenta plasticamente quella solidità difensiva che la società bianconera da sempre ricerca, ancor di più con Massimiliano Allegri. Il centrale olandese, fin qui, è stato protagonista di una prima parte di stagione in crescendo, con un finale di altissimo livello. A dimostrarlo anche i numeri, come riporta Opta: “1 - Tra i difensori con almeno 700 minuti disputati in questo campionato nessuno è stato saltato in dribbling meno volte di Matthijs de Ligt (una). Guardiano.”.
 
FUTURO A proposito di scossoni, le parole di Mino Raiola riferite al futuro di de Ligt hanno fatto suonare l’allarme in casa bianconera. La contraerea non è andata certo per il sottile e ha preso le sembianze di Maurizio Arrivabene. Nonostante il calendario dica altro, giugno non è distante e la sessione di calciomercato – quella che rivoluziona le squadre e non quella di “riparazione” – si avvicina. Necessario, quindi, iniziare a tessere strategie e non farsi trovare impreparati. Cedere de Ligt vorrebbe dire liberarsi di un ingaggio pesante e incassare una cifra che varrebbe una boccata d’ossigeno dopo un lungo periodo di apnea. Tutto questo, in linea con l’austerity che il momento impone. La domanda, però, è: in un momento di instabilità e fragilità come questo, togliere l’ennesimo pilastro non è controproducente? Una mossa azzardata, come togliere con troppa veemenza uno stecchino quando si gioca a Shangai, e allora non resta che vedere il tutto crollare.