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Matthijs De Ligt, difensore della Juve, lo scorso febbraio ha concesso una lunga intervista al portale ufficiale della Uefa, resa nota oggi. Tanti i temi toccati dal centrale olandese, dalla sua educazione calcistica alla ricetta per il difensore ideale. Poi le ambizioni europee, con la Champions miraggio raggiungibile.

SUGLI ANNI ALL’AJAX - “E’ stato difficile, l’Ajax era una squadra votata all’attacco. Mi ritrovavo molto spesso ad affrontare un attaccante uno contro uno. In Italia si preferisce avere più uomini su un attaccante, quindi è diverso, ma penso che quell'esperienza mi ha permesso di diventare il difensore che sono oggi. Non ho paura di andare uno contro uno, non ho paura di difendere alto, e l'ho imparato alla scuola Ajax”.

ALL’AJAX HAI GIOCATO IN PIU’ RUOLI? - “Si, è corretto. Fino ai 15 anni giocavo come centrocampista offensivo. Ho giocato molto a centrocampo, ho segnato qualche gol e fatto diversi assist, ma poi mi hanno detto che per la mia carriera sarebbe stato meglio giocare più dietro, da difensore centrale. All’inizio pensavo: “Non mi piace giocare in difesa”, ma ora inizio a capire che giocare da centrocampista mi ha aiutato. Sono contento di aver avuto questo percorso di crescita”.

QUANTO E’ IMPORTANTE LA TECNICA ALLA JUVE? - “E’ molto importante. La Juventus è la squadra più forte in Italia, un club che vuole sempre attaccare e vincere le partite. E’ importante partire dalle retrovie, avanzare con coraggio e far vedere che hai voglia di giocare la palla. Per riuscirci devi avere una buona tecnica, che è sempre importante”.

COME DECIDI QUANDO ANDARE IN CONTRASTO? - “La scorsa stagione all'Ajax non ho fatto molti contrasti. Questa è la cosa più importante: se ti ritrovi a fare un contrasto, hai già sbagliato la posizione o non sei abbastanza vicino. All'Ajax me ne capitava di fare forse uno ogni tre partite, forse. Quest'anno, alla Juve, a un certo punto mi sono accorto che ne facevo sempre di più e mi sono chiesto: ‘perché lo sto facendo?’. Ho iniziato ad analizzare il mio gioco e ho capito che forse era meglio rimanere in piedi e seguire l'avversario anziché provare il contrasto. Per chi guarda un contrasto è spettacolare e piace a tutti, ma Virgil van Dijk è uno dei giocatori più forti del momento e non ne fa mai: è sempre nel posto giusto al momento giusto. Questa è la cosa più importante: i tifosi non la capiscono perché amano i contrasti, anche quelli duri, ma sono l'ultima opzione, l'ultima spiaggia”.

ARTE DEL CONTRASTO CAMBIATA? - “Sì, è cambiata, come penso che il ruolo del difensore sia cambiato molto. Tanti anni fa, c'era un centrale grosso e robusto che doveva conquistare le palle alte, entrare duro e liberare la palla. Ora è tutto più pulito: non puoi fare un contrasto troppo rude, perché con il VAR è impossibile. Devi essere più pulito, guardare di più la palla e anticiparne la traiettoria”.

IL SEGRETO PER I COLPI DI TESTA - “È una combinazione di tante cose. Ce ne sono almeno tre: tempismo, potenza e anche salto, ma la cosa più importante è il coraggio. Non devi avere paura, devi dimostrare che sarai tu a prenderla di testa. Puoi essere molto potente e avere un buon tempismo, saltare molto in alto, ma se non hai coraggio e non dimostri che vuoi prendere la palla, non la prenderai mai”.

SULLA LUCIDITA’ IN CAMPO - “È una dote naturale. L'aspetto mentale è importante, perché se non sei pronto mentalmente le gambe vacillano. È importante avere questo equilibrio. La scorsa stagione con l'Ajax è stata straordinaria e stavamo tutti bene mentalmente. Tutto andava bene, quindi eravamo più lucidi in campo. A metà stagione abbiamo avuto qualche difficoltà e abbiamo perso lucidità”.

SOGNI DI VINCERE LA CHAMPIONS CON LA JUVE? - “E' importante crederci. Penso che ogni squadra sogni di vincerla perché sono tutte molto forti, ma non si può mai dire chi la spunterà. Noi ci impegniamo al massimo, sappiamo di essere forti, abbiamo le qualità e dobbiamo dimostrarlo in partite come questa. È la parte più importante, ma bisogna anche avere fortuna per andare avanti, quindi non so dirti se riusciremo a vincerla. Naturalmente le qualità ci sono, staremo a vedere”.