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C'è una grande certezza nella Juventus: Matthijs de Ligt è un campione. Un pilastro su cui costruire il futuro, uno di quelli forti, maturi, nonostante la sua carta d'identità dica: ancora 23 anni da compiere. E' il pilastro da non cedere assolutamente, nonostante le offerte dal mercato, nonostante le proposte, nonostante le parole di Mino Raiola. Un muro inevitabile che la Juve dovrà porre se vorrà assicurarsi una base solida su cui costruire il proprio futuro. 

ALEX SANDRO E CAPITANO - Per ora, la fiducia della società è riposta in quella clausola elevatissima (oltre 125 milioni di euro) sul suo contratto e nella maturità di un calciatore che sa scegliere le proprie tappe, che parla già come un senatore della Juventus e che ha la testa sulle spalle. Dopo il gol di ieri, infatti, il primo gesto del gigante olandese è stato un nuovo chiaro segnale della sua forza: segna, esulta brevemente e poi va a richiamare Alex Sandro (8 anni in più di lui) per dargli alcuni accorgimenti difensivi. E si è ripetuto nel post gara, quando ha parlato da vero capitano: "Molto bene, penso che non ha giocato tanto in questo ruolo ma ha fatto molto bene, abbiamo 3 centrali infortunati, Danilo squalificato eravamo in emergenza ma ha fatto bene", ha detto del brasiliano. Poi, a domanda diretta sulla fascia da capitano, ha aggiunto: "No, la regola è chi ha giocato più partite. Per questo ho bisogno di fare qualche anno in più qui". Una frase che piace e è stata colta come un indizio sul futuro.

SUL FUTURO - Segnali incoraggianti, segnali di futuro. La Juve ha appena preso un gigante in attacco, ne cercherà uno (inteso come valore) in mezzo al campo, ma il colpo più importante sarà trattenere quello in difesa. Specialmente con un reparto così, con Bonucci e Chiellini spesso acciaccati e il solo Rugani a completare il pacchetto difensivo. Parla in italiano, canta "sono un italiano", rappresenta il perfetto concetto di juventinità. Per la Juve è imprescindibile, può essere il capitano che verrà, privarsene sarebbe un errore.