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In un'intervista al Telegraaf, Matthijs de Ligt è tornato sulle prime parole dopo il suo addio alla Juventus: non erano piaciute all'ambiente bianconero, e a capitan Bonucci su tutti. Ecco la sua risposta affidata al quotidiano olandese. 

PARLA DE LIGT - "Non è stato un attacco alla Juventus. Niente affatto, perché avrò sempre il massimo rispetto per questo club. Per me era solo un dato di fatto che nessuno debba mai accontentarsi, che bisogna alzare l'asticella, me compreso".

RISPETTO ALLA JUVE - "Mi sento molto a mio agio con l'allenamento di Nagelsmann, perché sono tutti esercizi con la palla, dove bisogna pensare. Alla Juve, uno dei club più grandi, mi sono divertito moltissimo - Non dico sul serio negativamente, ma lì si gioca un calcio molto diverso".

GLI ALLENAMENTI - "Al Bayern è molto fisico e intenso per via della pressione e della spinta costante. E in Italia è più come una partita a scacchi, è molto più tattica. Sono molto contento di averlo potuto vivere (alla Juve) e giocare in quel modo, perché ho imparato molto da questo".

LA SCELTA JUVE - "Il motivo per cui sono andato alla Juventus era per diventare un difensore migliore, anche se c'erano delle divergenze con la nazionale olandese. Alla Juventus dovevo spesso rimanere al mio posto. Al Bayern voglio riavere la mia partita con l'Ajax ancora".

NAGELSMANN - "Lo stile di gioco di Nagelsmann è molto più vicino a quello che Louis van Gaal chiede ai suoi difensori: difendere in alto, esercitare alta pressione, collegare bene e giocare molto in avanti. Penso che sia una mossa che può essere buona per la nazionale olandese e le mie possibilità lì"

LA RISPOSTA A BONUCCI - "Ho detto a giugno che - come pensa la società stessa - finire 4° per due volte di fila con la Juventus non basta. Quello non è stato un attacco alla Juventus. Niente affatto, perché io avrà sempre il massimo rispetto per questo club. Per me era solo un dato di fatto che nessuno poteva essere soddisfatto, che bisognava alzare l'asticella, me compreso. Forse è stato preso fuori contesto o mi sono imbattuto in modo errato. Non dimenticherò mai come i miei ex compagni di squadra hanno aiutato nel mio sviluppo come calciatore e come persona".