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Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un'intervista a 360° a beIN Sports, tornando anche sul trasferimento di Gonzalo Higuain alla Juventus: "Higuain ha una famiglia straordinaria, divisa in due bilance: una più sentimentale rappresentata dal padre e dallo stesso Gonzalo, un'altra più commerciale col fratello Nicolas e la madre. C'era questa clausola rescissoria di 95 milioni di euro per l'estero e di 90 milioni per l'Italia, abbiamo contattato Nicolas e lui disse che a Gonzalo interessava avere una squadra di nomi e star. Mi disse 'Non vuole lavorare con Tizio', un giocatore straniero che sta facendo benissimo 'e non vuole lavorare con Caio'. Ad un certo punto, nonostante l'offerta superiore a ciò che prende dalla Juventus, è andato in bianconero. Magari avrà pensato alla vittoria della Champions, glielo auguro dopo averlo augurato prima a me".

GLI INIZI - "Il mio ingresso nel calcio? E' difficile parlarne, conoscevo la filosofia napoletana ed ho capito quella calcistica. In Italia è lo sport più importante, in America prevale il cinema e volevo unire le due cose. Nel 2004 stavo finendo un film con Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e Jude Law, prendemmo una pausa ed io rientrai a Capri e mi accorsi che il Calcio Napoli non esisteva più. La squadra di Maradona era scomparsa, sembrava un incubo: decisi quindi di comprarla ma pensavo che saremmo ripartiti subito alla grande e non dall'inferno delle serie minori".

L'ACQUISTO DEL NAPOLI  - "Versai 32 milioni di euro cash per un pezzo di carta... Mi chiesi dove fossero lo stadio di proprietà e i giocatori: quanto al primo, mi dissero che apparteneva al Comune che non ci faceva lavori da trent'anni e che me lo avrebbero dato solo la mattina della partita. Galliani fu carino: mi prestò due calciatori viste le tante difficoltà, uno era Abate e gioca ancora nel glorioso Milan. La FIGC ci fece ripartire dalla C1. In certi paesini dovevamo chiuderci negli spogliatoi, ci sputavano in testa ed io pensai 'Bello, da Hollywood agli sputi...'". MARADONA - "Maradona ha un suo problema con il fisco italiano, che ancora secondo le mie informazioni non ha messo a posto. Se io faccio un contratto con Diego e lo pago, allora per il fisco italiano divento perseguibile: diventerei un fuorilegge. Prima di tutto risolva il suo problema con lo stato italiano, poi quando non gli sequestreranno più orologi ed orecchini e dirà 'Aurelio, io amo Napoli e sono libero'... mi piacerebbe fare tanti Napoli nel mondo, tutti guidati dalla creatività di Maradona".

SFIDA DI CHAMPIONS - "Real Madrid? Abbiamo giocato contro il Barcellona al Gamper e poi a Ginevra in estate: non abbiamo mai affrontato il Real. Per me nessuno è imbattibile, i risultati delle partite dipendono da tanti fattori. Il Napoli è cresciuto molto, è l'unica squadra italiana in Europa da sette anni consecutivi. Ma il fatturato è forse un quarto delle big come Real Madrid e le squadre di Manchester, con i proprietari di questi club che hanno caratteristiche ben diverse".