commenta
Ronald De Boer ha visto crescere Matthijs de Ligt, e a La Gazzetta dello Sport racconta: "Mi è piaciuto da subito il suo carattere: serio, intelligente, gentile, non si lamenta mai, lavora duro e impara. E poi ha sempre avuto le doti del grande difensore: capisce da dove arriva il pericolo".

LA JUVE - "Sorpreso? Sì, erano interessati club più vicini al sistema Ajax come City e Barcellona. Sarebbe stato più facile adattarsi. Pensavo avrebbe fatto una scelta diversa, ma rispetto la decisione".

I PRIMI MESI - "Ci sono difficoltà nell'andare all'estero dopo aver fatto così bene ed essere stato pagato così tanto: si ha addosso una pressione enorme. In più a 20 anni serve pazienza. All'inizio Matthjijs 'pensava' troppo per non sbagliare, anzichè fidarsi del proprio talento. Ma non si è dato per vinto ed è tornato quello che conosciamo. Mi spiace per l'infortunio di Chiellini, ma per De Ligt è stata una benedizione: si cresce solo sbagliando e giocando. Sarà uno dei migliori di questa epoca, sicuro". 

IL FRATELLO - "Come per De Ligt: se cadi, impari. In Olanda il coach è solo un allenatore, in Italia e in Inghilterra un manager. Deve controllare tutti gli aspetti del club e forse Frank non era pronto per farlo. Lui è un uomo di campo preparatissimo, ma quelle esperienze lo hanno arricchito e ora è ancora più pronto per un top club".