SANTOS – “Dall’America Mineiro sono andato a giocare a Santos, ero stato la rivelazione del campionato Mineiro, avevo fatto un anno molto buono, ma non ero conosciuto in Brasile. Il Campionato Mineiro non è il campionato più conosciuto che ci sia in Brasile. Ricordo molto bene quando sono arrivato al Santos e abbiamo chiesto dell’abbigliamento per fare dei test, il direttore ci ha detto: “No, non li prendiamo i vestiti del club”. Così sono dovuto andare in un negozio a comprare dei vestiti e delle scarpe ufficiali, per poter fare i test medici con il Santos. Non è che sia stato sottovalutato, ma direi sicuramento meno valorizzato”.
“Quando sono arrivato tutti si chiedevano: “Ma chi è questo qui?”. Così, quando ci sono stati i primi incontri, non ero l’uomo partita, non ero tra i più importanti… E lì sono iniziate nuovamente le critiche e pensai: “Darò importanza a queste persone che non conoscono la mia storia e il mio lavoro quotidiano o darò importanza a quelle persone che mi sostengono veramente, che mi conoscono?”
PORTO – “Quando sono arrivato a Porto a 19 anni giocavo già nella Seleçao. Il trasferimento al Porto, allora, era stato considerato il secondo più costoso della storia del club dopo Hulk. E così, cosa ci si aspetta da un terzino destro che è il più costoso della storia del club? Sai, devi fare la differenza in qualche modo, questo è sicuro. Nel mentre, sono arrivato lì con 20 anni. Non vi dirò che conoscevo la storia del club quando sono arrivato a Porto. Non conoscevo la storia, la sua rilevanza, la grandezza di tutto quello che rappresenta il Porto per il Paese, per il Portogallo, per la città di Porto. Fu un momento in cui ho pensato: “Ho ricevuto molte critiche, non sono ancora quel terzino che loro si aspettano. Poi sarei diventato un giocatore importante per il club, ma all’inizio ho ricevuto molte critiche”.
REAL MADRID – “Ed è sempre stato così. Nel Real Madrid la stessa cosa, no? Ho finito per essere importante nella finale di Champions. Ho giocato 11 partite in due edizioni di Champions in cui il Real ha vinto. Quindi non si può dire che non ero un giocatore che non faceva parte del progetto”.
MANCHESTER CITY – “Al Manchester City ho giocato 60 partite in due stagioni, vincendo 5 trofei, sai? In Premier League ho giocato partite decisive, importanti”.
SULLE CRITICHE – “A nessuno piace ricevere critiche, non sono uno dei quelli che continua a leggere le critiche, perché nessuno è preparato mentalmente per questo. Ma arriva un momento in cui bisogna scegliere: o dai importanza alle critiche o dai importanza al lavoro, alla costanza, alla preparazione, giusto? Alla vita quotidiana, a tutto questo e io preferisco scegliere questo, giorno per giorno. E ho dimostrato anno dopo anno che questa è una formula che funziona, sai? Funziona! Finchè mi sentirò motivato, finchè sentirò sempre pronto ad affrontare tutto questo ancora, avrò fiducia in me stesso e andrò avanti con il sorriso sulle labbra”.