Finirà presto con Danilo, però ad oggi non è ancora chiaro chi lo voglia di più tra le due parti. L'amore è finito sicuramente unilateralmente: il difensore avrebbe continuato volentieri per un altro anno e mezzo, salvo poi togliere il disturbo dopo il Mondiale da capitano del Brasile. Ma questi primi mesi, quelli in cui l'ex Real ha dovuto fronteggiare la prima vera crisi di minutaggio da quando è a Torino, hanno segnato e creato crepe, spaccato in mille parti un cuore che sembrava battere all'unisono. E che invece aspettava solo di spezzarsi.
La Juve, si sa, viaggia verso un contenimento dei costi che non ha risparmiato davvero nessuno. Danilo ha invece davanti a sé l'opportunità di strappare l'ultimo, ottimo contratto. Europeo. Prima del pasillo de honor in terra brasiliana. Come biasimarlo: il piano è perfetto. E lo è per entrambi, a prescindere dalle difficoltà della difesa bianconera, orfana di Bremer e Cabal fino alla fine dell'anno sportivo. Con due colpi, tutto sommato aggiusti la difesa, e questa è l'ultima finestra per monetizzare qualcosa dall'addio scritto del capitano.
Per capirci, insomma: non si discute della scelta di separarsi da Danilo, le motivazioni anticipate poco prima rendono quantomeno comprensibile l'atteggiamento di entrambe le parti. Le due domande che restano senza risposte sono sostanzialmente un paio. Numero uno: perché non intervenire prima, dal momento in cui lo stesso Danilo era un problema economico da risolvere? Numero due: se non si risolverà, come si chiuderà la faccenda? A sensazione, questa mossa ha dato parecchio potere al difensore, molto meno alla Juventus.