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La sensazione, netta, è che questa sia una squadra d'attacco. Ci spieghiamo: quando la Juve non è imbrigliata nei pensieri di gestione, ritrova quel gusto del gioco e sa abbinarvi la necessità della vittoria. Del resto, l'ha detto anche Pirlo: l'intenzione fissa del gruppo è di comandare la partita e di farlo attaccando il più possibile. Poi può capitare: alle volte hai meno energie e dunque fatichi nel possesso e nella conduzione. Alle altre, soprattutto se scatta una molla mentale, questa squadra è in grado di compattarsi e rullare gli avversari come un carrarmato. E' capitato ieri allo Stadium con la Lazio: inarrestabili. 

IL MODULO - In tanti hanno evidenziato come il cambio di modulo - Pirlo è di fatto passato al 4-2-3-1, seppur in fase d'emergenza - ha aiutato la squadra a ritrovare proprio quella propulsione offensiva che nelle ultime giornate, salvando la divinità Cristiano Ronaldo, è venuta meno. Come a dire: la trazione offensiva butta giù tutte le altre questioni, spingendo la Juve ad avere un solo pensiero e cioè creare azioni da gol. Dunque, si ripeterà? Pirlo è stato cauto: "Abbiamo giocato tante volte così, l'unico cambio concreto l'ho fatto in difesa, passando da due centrali a tre". L'occupazione degli spazi è materia sua, ci mancherebbe: ma in tanti si augurano che possa esserci spazio per un filo di offensività in più. Soprattutto considerando il ritorno di Paulo Dybala: dietro la punta, con Cristiano da un lato e Chiesa dall'altro, ecco, non sarebbe affatto male da vedere. Come quelle cinque stelle di Allegri...