Allegri ha detto, o fatto capire, alcune cose fondamentali su Ronaldo. Numero uno: dovrà essere un modello per i giovani e dunque più responsabile nei confronti della squadra (in pratica, basta con la ricerca della gloria solo personale). Numero due: per lui “come per tutti ci sarà una gestione” (questo significa che non sarà titolare a prescindere e, soprattutto, in ogni incontro; si prospetta anche un CR7 in panchina). Numero tre: Cristiano calcerà le punizioni adatte ai destri, Dybala quelle per i mancini, e se magari arriverà un Pjanic al portoghese resteranno solo i tiri piazzati da lontano. Attenzione a non sottovalutare quest’ultimo elemento, che può apparire marginale. In tutti questi anni juventini Ronaldo ha tirato ogni punizione, segnando solo una volta e togliendo alla squadra tante opportunità di fare gol con specialisti più efficaci di lui. Un chiaro segnale di totale predominio della scena e delle scelte, della serie: io faccio quello che voglio, e se sbaglio non cambia nulla perché decido io. Adesso non sarà più così, pare.
A quanto ci raccontano, Ronaldo non è tornato a Torino entusiasta e soddisfatto. Se finora non ha ipotizzato l’addio alla Juve, è solo perché non ha trovato un club in grado di soddisfarlo più di quello bianconero per ingaggio e ambizioni. Ma le parole di Allegri possono accelerare la ricerca di un’altra società da parte di CR7 e, soprattutto, di Mendes. L’addio ai bianconeri non è facile, ma nemmeno impossibile.
@steagresti