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Meglio di Fabio Capello e Giovanni Trapattoni, meglio di Massimiliano Allegri o Antonio Conte. Nessuno, sulla panchina della Juventus, ha fatto meglio di Maurizio Sarri nelle prime sedici partite stagionali. Tredici vittorie, tre pareggi e quello "0" nella casella partite perse che tanto inorgoglisce i bianconeri, ancora gli unici, nei massimi campionati europei, a non aver provato il gusto amaro della sconfitta. Certo, non sarà ancora Sarriball, la Juventus spesso di ritrova ad essere più cinica e spietata che mai per sopperire a qualche problema "di gioco", ma se questa è la fase di ambientamento, cosa succederà se i metodi di Sarri dovessero finalmente prendere piede anche in campo? 

COSTRUZIONE DI UN METODO - I numeri stanno facendo la differenza. Quelli semplici, di facile lettura, come vittorie/pareggi/sconfitte, ma anche quelli più approfonditi, quelli che Sarri studia costantemente, ogni giorno. Come riporta Tuttosport, la pedina fondamentale nello staff bianconero, è Riccardo Scirea, analista del rendimento della squadra sia in allenamento sia in partita. Gli strumenti all'avanguardia del JMedical offrono la possibilità di monitorare tout court movimenti e reazioni fisiche dei giocatori, così - con l'uso di una telecamera "privata" durante le partite - Sarri ha a disposizione un report dettagliato su tutti gli aspetti del suo gioco. Numeri che vengono poi rielaborati e messi in pratica nelle sessioni di allenamento, senza dimenticare un presupposto fondamentale: si gioca a pallone. Così, se i dati sulla condizione atletica non convincono l'allenatore, ecco che la Continassa diventa il teatro principale per limare i difetti: tutto però, viene svolto cercando di ricreare nella maniera più fedele il clima partita, dai movimenti all'intensità. Perché la fatica patita durante gli allenamenti non sia vanificata nel week-end. 

BARZAGLI, L'UOMO GIUSTO - "Si ripete" dice spesso Sarri, quando qualcosa non funziona. Pretende, fino allo sfinimento, la ricerca della perfezione. Ma guai a pensare che tratti i calciatori come dei robot: in tal senso, il tecnico si è dimostrato molto più umano di quanto non sia con il fischietto in bocca. Tagliati i ritiri pre-partita, ma soprattutto disinteresse verso quello che fanno fuori dal campo. Sono professionisti, sanno come fare. Così come sa come si fa Andrea Barzagli, il vero uomo aggiunto nello staff di Sarri che sta contribuendo sia sotto l'aspetto tecnico, sia sotto quello ambientale. Uomo spogliatoio per eccellenza, l'esperienza di Barzagli si sta rivelando utile per conoscere un po' meglio le dinamiche di squadra, ma non solo. Quel che Sarri ha chiesto a Barzagli, è un servizio di tutoraggio completo: da che non è entrato a pieno ritmo, l'ex centrale si è preso sotto la sua cura lo sviluppo dei due difensori più giovani, Matthijs de Ligt e Merih Demiral. Marcatura e posizionamento sono alla base del programma di ripetizioni che Barzagli ha studiato per i due giocatori: un professore, che non può non trovarsi a suo agio in questo consorzio di menti "calcistiche" qual è ormai la Continassa.