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Da Torino alla Spagna, dall'Allianz Stadium al "Ramón Sánchez-Pizjuán". A una settimana di distanza, domani sera la Juve torna ad affrontare il Siviglia per conquistare la finale di Europa League, un match la cui importanza, quest'anno, va persino oltre la possibilità di posizionare un altro prestigioso trofeo in bacheca dal momento che metterebbe sul piatto anche l'accesso alla prossima edizione della Champions, al momento fortemente in bilico per via delle vicende giudiziarie ancora tutte da definire. 

Si riparte, come noto, dall'1-1 dell'andata, dal pareggio firmato da Federico Gatti in extremis, quando tutto sembrava già perduto, con un gol capace di regalare ai bianconeri la speranza necessaria per affrontare la difficile trasferta in Spagna. Un pareggio, appunto. Un risultato che alla Juve non basta per vivere la gara di ritorno in tranquillità, anzi non basta proprio per niente, perché al "Ramón Sánchez-Pizjuán" la squadra di Massimiliano Allegri avrà l'obbligo di segnare almeno una rete (senza prenderne) per centrare l'obiettivo, reso un po' più "semplice" quest'anno dall'eliminazione della regola relativa ai gol in trasferta, che avrebbe messo il Siviglia in una posizione di ulteriore favore. 

Neanche a dirlo, quindi, i bianconeri dovranno fare molto di più rispetto al match di andata, anche solo per il fatto che passare in svantaggio in trasferta potrebbe avere un effetto deleterio su una squadra che, notoriamente, fatica non poco a rendersi pericolosa in zona offensiva. In Spagna, insomma, servirà la versione migliore della Juve. In Spagna dovrà finire diversamente, senza scuse. Budapest, in fondo, non è poi così lontana...