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È notizia di ieri la richiesta di dimissioni avanzata da 7 club di Serie A - tra cui la Juventus - nei confronti del presidente di Lega Serie A Paolo Dal Pino. Dietro questa richiesta, sembra muoversi qualcosa di più profondo della semplice denuncia per la mala gestione dell'affaire diritti tv e fondi privati. Ad aggiungere alcuni tasselli è il sito web Dagospia che scrive: "La rottura è arrivata presto, quando Dal Pino, supportato in primis dai grandi team, Juve, Inter e Milan, ha provato a portare dentro dei private equity nella società di servizi della Lega, con l’obiettivo duplice di dare liquidità alle squadre e di provare con il supporto dei fondi a internazionalizzare il prodotto calcio italiano". Tra i club protagonisti di questo momento di rottura c'è proprio la Juventus, a proposito questo è quanto aggiunge sempre Dagospia: "In questo caso l’amico del giaguaro è stato il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Il figlio di Umberto ha a lungo supportato Dal Pino e i fondi, salvo cambiare improvvisamente parere in due giorni. “La domenica mi ha chiesto per favore di restare per portare avanti i fondi e il mercoledì ha votato contro”, racconterebbe Dal Pino stupito a chi gli sta intorno. Ma cosa era successo nel frattempo?". Momento chiave, che poi avrebbe portato alla decisione di sfiduciare Dal Pino, sarebbe stato l'incontro con Florentino Perez, in chiave Superlega: "Era successo che il patron del Real Madrid, Florentino Perez, aveva preso l’aereo ed era volato a Torino, per incontrare Agnelli. Ad Andrea l’amico madridista ha spiegato in modo semplice: “Se voi votate l’ingresso dei fondi nella serie A, con la clausola che impedisce a voi, all’Inter e alla Juve per 10 anni di fare la Superlega europea”, il progetto muore. Per sicurezza Florentino ha poi proseguito per Milano, sponda Inter, dove ha barattato la mancata messa in mora per i soldi non pagati per l’acquisto di Hakimi con il voto contro i fondi. Più complicato convincere il Milan, perché il presidente Paolo Scaroni è anche presidente di Rotschild, l’advisor dei fondi nel progetto Lega. Ma non era necessario, bastava così."