C’era una volta la Juve di Pogba, di Vidal, di Pirlo (guarda un po’) e della riserva Marchisio. E il francese è da anni un obiettivo dei bianconeri, che non sono mai riusciti a portarlo a Torino. Ci sta: sarebbe un’operazione onerosissima. Ma esistono anche vie di mezzo. Lo stesso Manchester United, per esempio, ha preso per 40 milioni Van de Beek dall’Ajax. Invece alla Juve è arrivato McKennie, una finta scommessa, quindi un finto affare.
Non sappiamo se McKennie resterà un giocatore normale oppure diventerà un centrocampista di primo livello. Da Juve, diciamo. E’ però evidente che non si tratta di una scommessa; non è insomma un giocatore che prendi a pochi soldi e, se ci azzecchi, ti trovi in casa un patrimonio. Non lo è perché l’operazione costa molto al club bianconero: 4,5 milioni per il prestito (quindi a fondo perduto), 18,5 per l’eventuale riscatto (che diventerà obbligatorio se giocherà il 60 per cento delle partite), 7 di bonus (saranno probabilmente raggiunti se l’americano si guadagnerà la conferma).
Fatti due conti facili, se McKennie si dimostrerà un giocatore forte, degno della Juve, allora sarà pagato 30 milioni. In linea con il suo valore, dunque. E allora, che scommessa vinta sarebbe questa? Quando si punta su un calciatore non di primo piano e lo si prende a basso costo, si presuppone che il club abbia un beneficio anche patrimoniale dalla sua valorizzazione. Stavolta non sarebbe così, a meno che l’ex calciatore dello Schalke non diventi un campione da 50 milioni.
Oggi il centrocampo titolare di Pirlo è formato da Bentancur, Arthur e Rabiot. E non è da Juve.
@steagresti