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Sono passati solo 11 mesi, eppure è cambiato tutto. Sì, perché dalla vigilia del primo scontro diretto dello scorso campionato, il 13 gennaio al Maradona, la Juve ha recuperato ben 16 punti sul Napoli che alla fine della stagione si sarebbe laureato campione d'Italia, tanto che domani potrà presentarsi alla super sfida dello Stadium con un +9 in classifica. E chi l'avrebbe mai detto? Come riflette Tuttosport, l'origine di questa rivoluzione non può essere di certo attribuita al mercato, per quanto i partenopei abbiano perso un pilastro come Kim, ma piuttosto va motivata con la continuità del progetto in casa bianconera dove, oltre a esserci una straordinaria fame e tanta voglia di riscatto, Massimiliano Allegri ha lavorato per sfruttare la maturazione dei giovani e per ritrovare quell'equilibrio che con le vicende societarie dello scorso anno era andato perso.

SUL CAMPO - Da sottolineare, inoltre, che il tecnico livornese ha cancellato alcuni degli equivoci tattici che proprio nella sfida al Maradona erano esplosi come enormi problemi per la Juve, fino a provocare un inedito 5-1. Recuperati Federico Chiesa e Angel Di Maria, allora Max stava cercando di farli coesistere con una prima punta: a Napoli ci provò mettendo nel ruolo di esterno destro nel 3-5-2 proprio l'azzurro, che però si ritrovò a fare il terzino contro uno scatenato Khvicha Kvaratskhelia, cosa che i bianconeri pagarono carissima. Non andarono meglio per Allegri le prove di 4-3-3 o 3-4-3, definitivamente tramontate con la partenza del Fideo e il ritorno di Chiesa nel meno dispendioso ruolo di seconda punta. E adesso l'aria è cambiata, lo dicono i numeri. Per completare la rivoluzione "basterà" vincere domani.