FINO A RIHANNA - Il punto di svolta l'aveva già tracciato Agnelli due anni fa. Nel giorno della presentazione del nuovo stemma, 17 gennaio 2017, il numero uno bianconero aveva parlato di una società con un obiettivo primario senza precedenti: rompere gli schemi, andare oltre il legame con il calcio giocato e sfidare nuovi livelli di mercato. Chiaro che nessuno si aspettasse di ritrovare Rihanna in Juve-Atletico Madrid come ospite della società, ma i segnali di un allargamento del brand e di conseguenza delle 'testimonianze' griffate Juve erano arrivate con largo anticipo. La popstar è stata solo l'ultima di una schiera foltissima di stelle sguinzagliate: Martin Garrix, Steve Aoki, Bob Sinclair, Mika per restare solo nel mondo della musica. Poi gli sportivi, e in particolare lo showbiz della NBA: Donovan Mitchell, degli Utah Jazz, si è fatto immortalare negli spogliatoi con la maglia bianconera. Un anno fa, al Barclays Center di Brooklyn, si trasmise addirittura una gara live della Serie A con la Juventus ovvia protagonista.
TARGET - Questione di... target. Perché tutto si riconduce a una storia di notorietà, quindi di pubblicità. Anche qui fa riflettere il pensiero di Agnelli, esplicitato nell'ultima assemblea degli azionisti: "La fascia di età che va dai 12 anni ai 34 anni ha fatto registrare un calo del 40%". Per intenderci: il calcio è uno sport per 'vecchi', ma resta comunque valido e quindi non sofferente. Da cosa dipende la decrescita? Probabilmente dalla produzione, in larga parte anche dalla distribuzione. E' una storia che si riflette su quasi tutti gli sport, quantomeno quelli tradizionali. Crescono gli E-Sports, quelli sì. E da quelli si può ricominciare a riguadagnare terreno e giovani spettatori. Stando sicuri che con Live Ahead, con quel motto ben in vista nelle stanze della Continassa, qualcuno abbia già pensato a come sfruttare le nuove piattaforme. L'accordo con PES è già un bel punto di partenza, ma nessuno ha intenzione di fermarsi.