GIUSTO COSI'? - Parole che per tanti si riflettono in campo. E cioè in una Juve che ha tutto per lottare ma ha forse troppa paura per farlo. Il fuoco delle polemiche ha bruciato più o meno tutti e in particolare Max, che adesso si muove come chi ha subito un freschissimo trauma: partita dopo partita, tastando prima di toccare. Ben lontani dalla storia bianconera, che impone e non indica. Che pretende, e non chiede. Misure quasi dittatoriali per un allenatore bravissimo a tenere il gruppo, però quanto davvero in sintonia con quest'ultimo? Il primo a non crederci sembra proprio Allegri. Non per le scelte, neanche per le dichiarazioni. Semmai per l'atteggiamento: meglio non prenderle, per darle ci sarà tempo. Quel tempo per crescere.
COSA CAMBIA - Strano però capire cosa sia cambiato rispetto all'anno scorso. Anzi, forse è fin troppo semplice: la Juve è diventata una squadra più leggera, pure di testa. Ha perso giocatori pesanti e d'esperienza e per questo non può sobbarcarsi il peso della vittoria giornata dopo giornata. Ma così non si rischia di entrare in un circolo vizioso? La Juventus dei forti era quella brava a inserire i giovani in un contesto enorme. Li guidava attraverso le responsabilità, non evitandole. Così Allegri rischia di fare il papà-chioccia. Protegge tutti. E nessuno diventa grande.