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Le hanno provate tutte. Dai tempi di Fraizzoli presidente, che rincorse Anastasi a Varese, facendogli giocare un'amichevole in maglia nerazzurra contro la Roma, per poi scoprire negli spogliatoi che Pietruzzu era stato acquistato dalla Juve. Lo ebbe sì, ma dopo anni di militanza storica in bianconero, per poi vederlo segnare una sola rete in tutto il campionato.

Le hanno provate tutte. Come strappare 3 giocatori in un solo colpo all'Atalanta, Doldi, Magistrelli e Moro, memori del colpo sparato dalla Juventus, che dalla Roma si era portata a casa Spinosi, Capello e Landini. Fallimento su tutta la linea, mentre Capello sappiamo che carriera ha fatto e Spinosi fu uno dei difensori più stilisticamente eleganti, pazienza se di Landini si sono ben presto perse le tracce.

Le hanno provate tutte. Ingaggiare Tardelli, ad esempio per consolarsi delle vittorie a Torino di Boninsegna, nerazzurro che più nerazzurro non si può. Fino a dire basta con i giocatori e passare direttamente agli allenatori. Qui si apre il capitolo Trapattoni che è stato l'unico ad avere successi anche sotto la Madunina, dopo la militanza decennale all'ombra della Mole. Eccezione che conferma la regola. Già con Lippi si ritorna alla solita solfa: disastro, disastroso, disastrevole.

Poi, la grande truffa. Nata da pedinamenti, spiate, origliate fino a far esclamare a Lucianone Moggi: “Ogni volta che siamo interessati ad un giocatore, immediatamente dopo ci troviamo l'Inter addosso. Sembra quasi che siano in grado di sapere quello che facciamo”. Non è che “sembrava”, “era” proprio. E la Telecom (in mano al vice presidente del “prescritti”) è lì a dimostrarlo. Anni in cui gli “onesti” fanno fuori la concorrenza disonestamente e si godono la gloria effimera di chi vince contro nessuno. Soprattutto senza costruire nulla per il futuro, che arriva, eccome se arriva e travolge la casa di carta, pardòn di cartone, con tutti i suoi abitanti.

Ritornano a provarle tutte. Fino ad “importare” i dirigenti, convincendoli a prodursi nel più squallido salto della quaglia che esista. Marotta Beppe da Varese, 8 anni in bianconero, dalle stalle alle “stelle”, coartefice della crescita esponenziale della Juve, fino a farla diventare una delle compagini più importanti al mondo per i risultati sul campo, voga nel Ticino per raggiungere la sponda lombarda. Approda in una terra dove sul campo si vince poco pochissimo e si ripiega semmai sui “tavolini”. E subito è pianto e stridor di denti. Nainggolan, quello che fa capolino in bermuda alla presentazione, viene messo fuori rosa, a causa di arrivo prolungato all'ora che vuole lui agli allenamenti, in condizioni che farebbero impallidire Bacco. Multa a Icardi per dichiarazioni non preventivamente concordate, fino alla diatriba con la moglie manager (o magnager?), conclusa, fino ad oggi, con la ricusazione della fascia di capitano. Il tutto aggravato dalla non accettazione della convocazione, inaudito.

Non invidio Marotta, anche se il dottore non gli ha ordinato di saltare il fosso. Abituato al “convento di frati benedettini” della Continassa, laddove ogni minuto è scandito con la precisione di tutta l'industria orologiera svizzera messa insieme e l'organizzazione ha del sovrannaturale, sono convinto che si chieda ad ogni piè sospinto, dove sia capitato. Perché all'Inter, la regola principe è la pazzia. La pazzia fatta ragione di vita.

Le hanno provate tutte.
O quasi: non hanno ancora convinto la “famiglia” a comprare il “cartone”. Pare che voglia continuare con le macchine. Si devono quindi accontentare di personaggi asiatici che comprano e cedono la società con denaro all'11% di interesse. Moratti ci perde (perdente nato come è) e Thohir ci straguadagna. Ora tocca a Suning stabilire quando sarà il momento di calare le reti (non i gol, neh!) per la pesca miracolosa e lasciare i soci in braghe di tela.

Le hanno provate tutte. Tranne cambiare l'ambiente ed i tifosi. Quelli sono così per DNA e te li tiri dietro per l'eternità. Lunga vita così come sono e che nessuno pensi di apportare modifiche genetiche, per carità. Finirebbe il divertimento.