Così, i campioni si disperdono per il mondo, terrorizzati come persone normali, con le fragilità di tutti. I bianconeri, certo, ma anche Neymar, che ha lasciato Parigi come una spia in piena Guerra Fredda, per tornare a casa. O Cavani, anch'esso in fuga dalla Francia e tornato in Uruguay. O Thiago Silva, anch'egli ripartito per il Sudamerica per isolarsi con la famiglia. Sono tanti, sempre di più, ed il fenomeno non tocca più solo la Juventus.
Uno, due, tre, come nella canzone (tratta dall'omonimo film) I Cento Passi, si potrebbe andare avanti a contare finché ce n'è. Non ancora, forse, ma potrebbe presto succedere. Perché le "fughe", legittime o meno, hanno lanciato un messaggio chiaro: non si sa quando si torna a giocare e potrebbe succedere più tardi, rispetto alle previsioni iniziali. Non che qualcuno pensi ancora che il 3 aprile, come da Decreto, tutto torni alla normalità. Anzi, ormai dalla deadline fissata ci si aspetta solo una cosa: un nuovo proclama, che la prolunghi. E così, succederà anche al calcio, che spera almeno a maggio di tornare operativo. Sarà difficile però, visto il clima che si respira. Sarà difficile ipotizzare una normalità, anche se le partite dovessero tornare regolarmente a svolgersi a giugno, a luglio, o persino ad agosto. Tutto è un mistero, per questo in tanti stanno scappando per tornare a casa, per sentirsi, forse, un po' più al sicuro.