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Quella rabbia. Quell'evidentissima rabbia. Ma cos'è successo davvero tra Dusan Vlahovic e la curva bianconera? Perché i nervi, già tesi, sono finiti per essere addirittura scoperti? Nel finale della partita, mentre tutto si colorava d'insoddisfazione, ci sarebbero state delle parole e non un gesto, come inizialmente trapelato. E non è affatto partito dall'attaccante bianconero.

Racconti dalla curva, da chi era presente a pochi passi dalla contestazione, parlano di un Vlahovic evidentemente stizzito per gli insulti piovuti subito dopo il fischio finale, con la testa ancora calda e il cuore decisamente pesante. La rete su rigore non aveva cancellato la rabbia, l'aveva anzi acuita.


Perché Vlahovic si è arrabbiato con la curva?


Inizialmente però la situazione poteva definirsi paradossalmente tranquilla. Guidati da Danilo, i calciatori sono andati verso la curva applaudendo e alzato le braccia in segno di rispetto, quasi di scuse. Poi si è andati oltre.

Dal settore riservato agli ultras sono piovuti insulti, non solo fischi. E Dusan ha risposto, infuocando ulteriormente i toni con chi evidentemente non si era limitato a commenti da partita. Placato dai compagni, l'attaccante bianconero è tornato in prima fila, pronto a richiamare tutti alla calma, alzando il pollice in alto finché altre parole, più dolorose, non sono nuovamente piovute nei suoi confronti. Lì ha affrontato a distanza, ma a muso duro, un tifoso in particolare. Dopo aver ricevuto insulti irripetibili.

Sono partiti i cori. Si è allontanato. Ha alzato ancora il pollice in su per ribadire: vi ho sentito, non c'è problema. E' uscito dal campo, da solo e nell'incredulità generale di chi non aveva ancora guadagnato i cancelli dello Stadium. Per un attimo nessuno ha più pensato al risultato, al decimo pareggio, alla Juventus che abbandonava i sogni di gloria: si era spezzato il rapporto tra la tifoseria e il giocatore più rappresentativo e n'eravamo testimoni consapevoli.