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Juventus-Roma sarà una partita decisiva più di quanto affermi la classifica: una vittoria dei bianconeri consentirebbe di conquistare il titolo – solo sulla carta – di campione d’inverno congelando ancor di più il campionato, mentre un successo dei giallorossi riaprirebbe tutti i cassetti chiusi. Uno di questi la conferma del tecnico Di Francesco, che secondo i beninformati sembra essere vicino all’esonero in caso di risultato negativo nel match dell’Allianz Stadium. La redazione de ilBianconero.com ne ha parlato con un ex giocatore ben ricordato dalla tifoseria giallorossa, Leandro Damian Cufré:

LEANDRO CUFRE’ - “Con il Santos Laguna, nell’ultima stagione, è andata molto bene, purtroppo non siamo arrivati in finale ma abbiamo disputato il play-off. Ho deciso di non proseguire il rapporto con Robert Dante Siboldi che ha appena firmato per il Veracruz, io ho rifiutato la loro offerta poiché in questo momento mi piacerebbe poter allenare un club tutto mio in Messico. in questo momento vorrei allenare un club tutto mio in Messico. Ho già avuto delle offerte, sto riflettendo con molta calma e vorrei prendermi ancora qualche mese per pensarci. Europa? E’ ancora presto, il mio obiettivo è quello di fare prima un po’ di esperienza qui. Poi si vedrà”.

IL SEGRETO DELLA JUVE E’ IL FATTURATO - “Sono rimasto molto legato al campionato italiano, quando posso lo seguo molto volentieri. Quel che emerge è che la Juventus è una squadra vincente per via dei grossi investimenti che riesce ad effettuare. Non ultimo quello di Cristiano Ronaldo. Nessun competitor in Italia possiede il fatturato della ‘Vecchia Signora’. Io penso che sia questo il segreto dei successi bianconeri, l’aver fatto bene negli ultimi anni ha consentito grandi acquisti ma anche grandi cessioni. Prima del calciatore portoghese, che sta disputando una grande stagione, c’era stato l’acquisto di Gonzalo Higuain. Se non ricordo male, era stato il trasferimento più costoso della storia”.

JUVE DA FINALE DI CHAMPIONS - “In Champions la vedo molto dura, però penso che la Juventus potrà raggiungere la finale. Forse soltanto Psg e Barcellona hanno la forza per competere contro di loro. Sono entrambe in un momento molto buono, mentre il Real Madrid non è così forte come lo scorso anno. E’ una squadra forte per la qualità dei suoi calciatori, ma ha subito troppi cambiamenti e l’allenatore non è più lo stesso. E’ questa la mia impressione sugli spagnoli”.

PER I TIFOSI E’ LA PARTITA DA VINCERE - Abbiamo chiesto a Leandro che partita si aspetta tra Juventus e Roma, una sfida che lo ha sempre visto molto carico quando vestiva la maglia giallorossa: “Per ordine di importanza, dopo il derby per la Roma c’è la sfida con la Juventus. La settimana che precede il match ha sempre un’atmosfera molto particolare e per i tifosi romanisti, nonostante la partita valga ugualmente tre punti come tutte le altre, è una delle due partite da vincere assolutamente durante l’anno. La Roma ha avuto qualche piccolo problema, ma resta molto forte. Credo che i giocatori tireranno fuori il meglio di loro stessi, spero vinca il migliore. Ovvero la squadra di Di Francesco (sorride ndr)”.

MI ASPETTO UNA GRANDE ROMA - “Ho letto che Di Francesco, in caso di un risultato negativo, potrebbe non allenare più la Roma. Si diceva questo anche dopo la partita contro il Cagliari. L’allenatore è sempre in discussione, ma Francesco (Totti ndr) gli è vicino e lo può aiutare visto che lo conosce molto bene. Questo è un grande vantaggio. Quando ero calciatore lui svolgeva la professione di team manager, è una persona molto intelligente ed è a conoscenza di quel che deve fare. La Juventus è un avversario molto forte, i giocatori gli vogliono bene e se la giocheranno per lui. Mi aspetto una grande Roma”.

MANDZUKIC HA IL DNA DELLA JUVE - “Chiellini? Ronaldo? Dybala? Non so chi possa essere il simbolo della Juventus, ma conosco molto bene Mario Mandzukic. La nostra Dinamo Zagabria conquistò la qualificazione in  Champions dopo quattordici anni. Era già un leader, è sempre stato un guerriero e lo sta dimostrando anche ora. Quando arrivai nel club croato non lo conoscevo molto bene, ma fin da subito notai la sua voglia di non arrendersi mai. E’ stata una delle nostre armi poiché dava sempre il massimo, non gli importava se giocavamo contro le grandi o le piccole squadre. Mister no good? No, all’interno del gruppo è molto simpatico anche se non sorride mai in pubblico (ride ndr). L’esatto opposto di Totti, tutti immaginano che fuori dal campo abbia sempre la battuta pronta ma invece è una persona tranquilla che parla molto poco. Tornando a Mario, lui ha il dna della Juventus e a mio avviso potrebbe diventare il leader della curva bianconera proprio per il suo carattere”.

DYBALA E’ UN FENOMENO - “E’ normale che tutti i bravi giocatori possano attraversare un periodo non positivo. Quando diventi così conosciuto come Dybala, gli avversari iniziano a preparare delle contromisure più efficaci per poterti fermare. A mio avviso è proprio adesso che scopriremo se è forte oppure no. Lui ha tantissime qualità, se vuole diventare un fenomeno come Messi o Cristiano Ronaldo deve alzare l’asticella altrimenti può giocare pure così. E ancora non lo è, questa è la differenza”.

NON TIREREI PIU’ LO SCHIAFFO A DEL PIERO - Ricordate l’episodio Cufre-Del Piero? Ecco il punto di vista dell’ex calciatore: “Sui calci piazzati dovevo marcare Del Piero, lui si era parecchio infastidito perché la mia marcatura molto stretta gli impediva di toccare il pallone. Tutti ricordano quell’episodio, ma nella realtà dei fatti fu prima il giocatore della Juve ad iniziare tirandomi un pugno nello stomaco. Quando si ipotizzò una squalifica per la mia condotta, presentammo il video per evitare la prova televisiva. Sia la Juve che la Roma si misero d’accordo e sia io che Alessandro non subimmo nessuna sanzione disciplinare. A distanza di tanti anni, però, a pensarci molto bene non lo rifarei più. Magari gli avrei detto qualcosa, di certo non gli tirerei più quello schiaffo. All’interno del campo, per via della trans agonistica, spesso è difficile potersi contenere ma quella situazione terminò al termine di quella partita. Ho affrontato nuovamente il mio avversario e non è più successo nulla”.

LA JUVE NON VINCEVA IN MANIERA CORRETTA - “Non è un segreto che in quegli anni avevamo la sensazione, in campo, che i risultati non fossero decisi da noi calciatori ma da qualcun altro. Proprio in quel Roma-Juventus 1-2 ricordo ancora i due gol subiti: il rigore fischiato a Zalayeta era fuori dall’area, mentre il gol di Cannavaro era in fuori gioco. Era una partita molto strana, doveva vincere per forza la Juve. La sensazione è che succedeva sempre qualcosa quando affrontavi loro, ad esempio a Milano non ricordo episodi simili. Eppure Inter e Milan erano due grossi club. Avvertivi che c’era qualcosa che non andasse, purtroppo non potevi farci nulla. Ci sono delle sentenze che parlano in questo senso, non è un mio pensiero. La Juve non vinceva in maniera corretta. Var? Non sono d’accordo completamente, diciamo che lo sono per il 50%. Dalla tv hai una impressione, dal campo un’altra. Il calcio è un gioco di contatto, ho notato che gli arbitri tendono a fischiare il fallo una volta che rivedono l’azione. Dovrebbe esserci più oggettività che, ad oggi, non c’è ancora”.

@_Morik92_