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Non è una questione di poster appesi in cameretta, di sogni realizzati, d’immagini soltanto preda della fantasia e ora – chissà – furiosamente gettate in pasto alla realtà. No, Cristiano Ronaldo alla Juventus non sarebbe nulla di questo. Sarebbe un’opportunità, innanzitutto. Ma anche e soprattutto una sublimazione vicendevole: CR7 potrebbe dare trucco e parrucco diverso a una Signora che s’è stancata di aspettare in piedi, in coda, mentre culla e fantastica su quella Coppa che tarda ormai 22 anni.

Ecco: Cristiano potrebbe passare da Rey a Leggenda diretta, e potrebbe farlo in Italia. A patto però che si raggiunga quel determinato obiettivo. E poi? Poi bisogna pian piano capire quali sono i motivi per cui il fuoriclasse portoghese potrebbe abbracciare la proposta bianconera: i 30 milioni all’anno aiutano a focalizzare, non a comprenderlo in toto.

COME IL 2003 – Non è neanche la prima volta che le parti si ritrovano a centimetri di distanza. Anno 2003: Cristiano aveva 18 anni, un Classe A fiammante e la carriera stellare - che ha saputo meravigliosamente costruirsi - risiedeva tranquillamente nel terzo cassetto dal basso, quello dei suoi desideri. Moggi arrivò a offrire il cartellino di Salas e 2.5 milioni allo Sporting Lisbona: avevano accettato, era tutto concordato. Tranne l’umore di Salas: il cileno rifiutò all’ultimo momento la destinazione, e i bianconeri si ritrovarono a dover scegliere se spendere o meno 10 milioni per un debuttante. Dal talento certificato sì, ma pur sempre un debuttante. Facile, allora, cantare Glory al Man United. Facile, allora, essere preda di Sir Alex Ferguson.

ILUSIONES – Del resto, il suo sogno era quello lì: giocare in Premier, farlo per i Red Devils. Crescere in ambizioni e in consapevolezze. Eh, pure nel palmarés. “Ma i bianconeri mi piacevano, mi rendeva felice il loro interesse: erano straordinari”, dirà qualche tempo dopo. Nel mezzo: la Champions e la crescita pazzesca sotto l’ala di Ferguson, i primi approcci al Pallone d’Oro, la consapevolezza che non si sarebbe trattato di un fenomeno passeggero. Ma di un giocatore destinato a fare del calcio un’altra cosa, per nulla vicina al banale concetto di sport.

IL DURO LAVORO – E i campioni stanno coi campioni, sempre. La chiamata del Real Madrid è molto simile a quella odierna della Juventus: dopo un po’ di schiaffi presi, l’orgoglio di una squadra che con lui condivide la più assoluta ambizione finisce per smuoverlo, per accendergli una fiamma diversa: essere il più grande tra i più grandi. E in questo suo percorso, la Signora torna sempre. Sette volte, per la precisione: dai gironi del 2013 ai quarti di finale della passata stagione, passando per le semifinali del 2015 e – soprattutto – per la notte di Cardiff.

LE PAROLE – Sarà che ormai tutto sembra lecito e collegato, sarà che la concretezza ha superato di gran lunga i primi e timidi sogni, ma nella storia di Ronaldo e della Juve restano anche tante parole. Dall’intervista di Del Piero - rilasciata dopo l’ennesimo Pallone d’Oro -, fino agli applausi dello Stadium dopo una rovesciata che oggi assomiglia a una sentenza. “Devo dire grazie ai tifosi della Juve, ciò che hanno fatto è sbalorditivo e non mi era mai capitato in carriera – aveva raccontato CR7 alla fine dell'andata dei quarti di finale -. E’ stato un momento incredibile, mi sono emozionato". Può capitare ancora, e magari oltre alle mani che battono si potrà ritrovare con oltre quarantamila persone che urlano e godono di tutto. Ah, i giri del mercato. Che dopo una vita passata in parallelo, stavolta possono incrociare anche Cristiano e la Juventus.

Nella gallery, tutte le tappe che hanno avvicinato Cristiano Ronaldo alla Juventus.

@CriCor9