Il calo fisico determinato dai carichi di lavoro per il richiamo della preparazione, quindi, è una scusa che regge fino ad un certo punto. Se il Presidente, che è al corrente di tutto ciò che fa la squadra alla Continassa, decide di chiamare a rapporto giocatori e staff tecnico per esternargli la delusione per le recenti prestazioni, vuol dire che pure lui ha notato dell’altro.
Oltre all’evidente calo fisico, Agnelli ha rilevato pure una scarsa applicazione, eccessiva svagatezza, poca determinazione: per questo ha, correttamente, ritenuto di doversi far sentire. Perché la stagione sta entrando nella sua fase più importante, quella in cui si assegnano i trofei e la squadra (che ne ha già fallito uno: la Coppa Italia) deve farsi trovare pronta, uscire dal torpore e tornare a fare la Juventus.
“Così non va!” il Pres è stato chiaro, e si spera che tutti abbiano raccolto il messaggio. Tra meno di 20 giorni si torna a lottare per la Champions, e Agnelli pretende di poter vedere a Madrid una squadra pronta alla battaglia. Di certo non può essere quella vista di recente, all’Olimpico prima e a Bergamo poi, incapace di impostare un’azione e di fare nemmeno un solo tiro, non solo in porta ma almeno fuori dallo specchio.
Agnelli si è appartato pure con il Mister, facendo con lui il punto sulla situazione, in particolare sui tempi di recupero degli infortunati, ma anche raccomandandosi di tenere alta la tensione all’interno dello spogliatoio, ribadendogli che la società vuole raccogliere il massimo possibile dei risultati, in campionato e in Champions League.
Allegri sa bene che, dovesse fallire, Zidane è già dietro l’uscio, pronto a subentrare al suo posto. Anche nel caso dovesse portare a casa, oltre alla Supercoppa italiana già nella sala trofei del JMuseum, l’ottavo scudetto consecutivo? Forse no, ma l’idea di un rinnovamento sta sempre più prendendo piede all’interno del club. Nella rosa, e magari anche in panchina. I risultati lo stabiliranno.
Agnelli ha fatto capire a tutti di stare in campana.