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C'è una parte di tifosi della Juventus che ieri ha sorriso dell'eliminazione della Nazionale. No, non c'entrano le vecchie (e nuove) lotte con Gravina, la FIGC, quell'onnipresente senso di guardarsi le spalle perché le sorprese sono in agguato. Lo intendiamo in maniera prettamente calcistica, o comunque più legata al campo. E iniziamo da una domanda: avete colto il modo lineare con il quale la Svizzera si è fatta beffe dell'Italia?

Riaggressione totale. Occupazione perfetta degli spazi. Intensità. Forza. Attenzione ai dettagli. Centrocampisti che s'allargano e si stringono in maniera estremamente puntuale, come fosse una fisarmonica da sagra di paese. Ha ricordato, e forse pure un po' per gli interpreti in campo, il Bologna di Thiago e (soprattutto) il modo in cui gli altri proprio non la prendevano. Quel primo tempo show contro la Juve di Montero, capace poi di rimontare perché nella ripresa era già partita la festa Champions. 

Ecco: stavolta l'Italia non ha trovato alcun pertugio, nemmeno un calo fisico e netto degli avversari. Troppo importante, la posta in palio. E troppo tristi i volti dei giocatori di Spalletti, poiché sul gol di Vargas avevano già realizzato il tracollo. Hanno provato a tenere i nervi saldi, ma mai il pallino del gioco, elemento che ha acuito le responsabilità dell'allenatore, mai sembrato realmente in palla dal punto di vista delle motivazioni. Figurarsi del gioco. 

L'inevitabile gioco delle responsabilità toccherà naturalmente la sfera del CT. "C'è bisogno che io mi difenda a un certo punto", ha dichiarato a caldo. E ha ragione. Così come ha ragione chi chiede sportivamente la sua testa. L'Italia è stata troppo brutta per essere vera, e buona parte delle colpe sono dettate dalla confusione con la quale il commissario tecnico ha affrontato questo viaggio. Di Guardiola si diceva fosse un "overthinker", cioè che rimuginasse troppo sulle scelte, esattamente ciò che ha fatto Spalletti. Il contraltare? Max Allegri, eroe del cazzeggio creativo. E allenatore vincente, nonostante tutto. 

Ma Allegri avrebbe davvero salvato la Nazionale dal disastro? Qui siamo oltre la sfera di cristallo, a prescindere da come la si pensi sull'ex allenatore della Juventus. Due robe però sono certe. La prima: Spalletti ha appesantito lo spogliatoio, Max avrebbe probabilmente optato per alleggerirlo; la seconda: sarebbe stato fedele alla sua idea, più coperta e più asciutta, senza fronzoli. O comunque lavorando sulle certezze. 

Questo tipo di percorso non è detto che avrebbe portato l'Italia più lontano dei 4 punti nel girone, ancor meno avrebbe garantito una figura meno "barbina" agli ottavi di finale. Ribadiamo: aggressione alta, occupazione degli spazi, qualità nel fraseggio ed equilibrio. Senza fenomeni. Ricorda qualcosa? Ancor prima di Thiago, è l'identikit di ogni squadra che ha fatto soffrire in maniera brutale la Juventus di Max, mai in grado di crescere sotto il profilo del palleggio e della gestione della palla. Coppa Italia a parte. 

Euro2024 è la parola definitiva pure sulla scelta Thiago Motta. E' stata giusta. Andrà difesa. Andrà fornito del tempo e aiutato l'allenatore davanti a inevitabili scricchiolii. Un discorso che forse dovrebbe valere anche per Luciano Spalletti.