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Nessuno è pronto. Soprattutto: nessuno può esserlo. Se ci ha detto una verità, quest'inizio di campionato, è che ci siamo riempiti di menzogne come di griglie. E' facile fare un'analisi che sa di pronostico, è più difficile dire e dirsi la verità. E cioè: ci sono dei progetti sicuramente avanti, ma tutti hanno bisogno di tempo. Tempo che equivale a ossigeno. 

L'Inter di Marassi ha sfiorato una vittoria molto simile alla super potenza della scorsa annata. Il Milan ha invece dimostrato tutti i difetti che imputavano a Pioli. La verità, per entrambe, sta probabilmente nel mezzo. Cioè: ai nerazzurri stavolta l'episodio ha girato a sfavore - gli episodi sono esattamente come le ruote: girano, appunto -, ma restano una corazzata, tra singoli, idea di squadra. E con i rossoneri è palese che resista un distacco chiaro, netto, chissà se colmabile. 

Per quanto riguarda Fonseca, invece, le sue responsabilità non sono tanto lontane da quelle di Thiago Motta. Tra i due cambia semmai la base di partenza, non certamente un dettaglio. Però pure lì però c'è da amalgamare una squadra, unire più teste, aiutare i nuovi e allinearsi all'ambizione del presente, che attinge a piene mani dal passato. In più: tenere a bada una piazza, già a tre quarti d'entusiasmo dopo il primo pareggio. 

Insomma: le milanesi ci spiegano come e quanto sia difficile questo campionato. Genoa e Toro, poi, ci raccontano che nessuno è davvero al sicuro. Bentornato, campionato. Ci rendi pronti persino alle illusioni.