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"Cercasi vero Weah. Cercasi svolta". Apre così il Corriere dello Sport, analizzando la stagione di Timothy Weah, l'unico vero acquisto estivo della Juventus, che fin qui ha convinto solo a tratti. Un solo lampo finora nell’esperienza italiana di Timothy, una istantanea che riporta allo scorso 4 gennaio, alla sfida di Coppa Italia con la Salernitana, e racconta dell’unico gol al momento realizzato dal figlio del grande George in maglia bianconera. Un gol bellissimo, quello del 6-1, con l'esultanza dello Stadium arrivata anche nella speranza che fosse imminente il cambio di passo tanto atteso. Ma il salto di qualità, al contrario, non c’è ancora stato. Poca continuità, questo il nodo, confermato anche nella sfida con l’Udinese, che nelle intenzioni di Allegri avrebbe dovuto essere l’occasione giusta per il rilancio. E invece ecco un’altra chance fallita in una serata complessa per la Juve.
 
Come si legge, la Juve non ha ancora scoperto in pieno il vero Weah, ma soltanto dei bagliori, arrivati dopo un inizio convincente e promettente fin dalla tournée. Il più atteso dal popolo juventino era proprio il volto nuovo, dotato di corsa, velocità, progressioni sulla fascia ed una duttilità tattica intrigante. Così aveva convinto Allegri a consegnargli la fascia destra ad inizio campionato, ma le gerarchie sono presto mutate e il tecnico ha ripiegato su McKennie come prima scelta e poi su Cambiaso. Il serio infortunio muscolare ad ottobre ha fatto il resto. Finora sono arrivate 21 presenze complessive, ma solo 9 da titolare, con la costante sensazione che si possa fare di più e meglio. Manca la scossa. Adesso, chiosa il quotidiano, per Tim come per la Juve, è l’ora di premere il tasto reset: dare un calcio alla crisi e tornare alla vittoria, la medicina migliore per ogni situazione.