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Continua ad essere un periodo complicato per l'AIA e il designatore, Gianluca Rocchi. Dopo le rivelazioni alla Iene di un arbitro, ad aumentare le polemiche c'è quanto successo nella finale di Supercoppa italiana. La direzione di Rapuano ha avuto un effetto domino clamoroso. In un colpo solo, scrive il Corriere dello Sport,  ha: a) rimesso gli arbitri di serie A nella bufera, che solo una settimana fa la conferenza stampa di Rocchi aveva provato a mitigare; b) creato diversi problemi al suo designatore, che già lunedì sera non era affatto contento, c) riacceso il fuoco della battaglia politica interna che sta dilaniando la categoria, quest’ultimo forse il primo male degli arbitri in questa fase della loro storia; d) irritato non solo la Lega,ma anche la Federcalcio, che guarda con sempre maggiore preoccupazione alla vicenda. 
 

L'ammissione di Rocchi: sbagliata la scelta in Supercoppa


La designazione di Rapuano è stata sbagliata, l’avrebbe ammesso lo stesso Rocchi ai pochi confidenti dei quali si fida. Il repentino cambio di gestione disciplinare ha inciso sulla partita in maniera determinante, vanificando il piano che era nella testa del suo designatore. In generale, in Supercoppa sono stati impiegati tre arbitri, La Penna (64 gare in A, 119 in B), Marchetti (28 in A, 25 in B) e appunto Rapuano (36 in A e 101 in B). La dimostrazione di come Rocchi stia cercando il "ricambio generazionale" senza però aver riscontri positivi. 
 

AIA, i due schieramenti contrapposti 


La faida interna che s’è aperta, come sempre avviene nei mesi pre-elettorali ma mai a questi livelli, si sta ripercuotendo sulla serenità dell’intero mondo arbitrale, non solo in serie A. Gli schieramenti in campo, si legge, sono abbastanza delineati: nel ruolo di sfidante, l’ex presidente dell’AIA Trentalange. Dall’altra, più che l’attuale governance (il presidente Pacifici e il suo vice, il Richelieu Zaroli, che pure non vorrebbero mollare, l’appetito vien mangiando...) ci sarebbe la coppia Rocchi-Orsato. Il problema, però, è conciliare tutto questo con l’attività tecnica ancora in corso, perché è abbastanza chiaro e lampante che assicurarsi o entrare nelle grazie dell’uno o dell’altro potrebbe valere un pezzo di futuro. Ecco il problema. 
 

AIA, possibile commissariamento?


Per uscire dall’impasse, entrambi gli schieramenti hanno una carta in mano: quella di far scattare il commissariamento dell’AIA. Il governo dell’AIA è composto da nove membri, il presidente, il vicepresidente e 7 componenti del Comitato Nazionale. Gli schieramenti sono - dall’inizio - divisi e opposti ed in guerra fra loro, riferisce il Corriere dello Sport. Facendo cadere il governo darebbero al presidente Gravina lo scettro per scegliere il commissario. In molti indicano lo stesso Rocchi il “nume tutelare” (non è un mistero che il suo obiettivo, dopo l’area tecnica, sia fare il presidente, ce l’aveva già quando arbitrava), a via Allegri sono in attesa, non è detto lascino all’attuale designatore l’area tecnica.