INCERTEZZA - Alla rabbia oggi si è aggiunta pure l'incertezza. Juve, Inter e Milan - ossia tre delle quattro squadre ancora in corsa per la Coppa - hanno deciso di provare a ribaltare la situazione: la finale fissata per il 17 giugno sembra una mossa incredibilmente ingiusta per le squadre, di sicuro poco seria. La sensazione è che dopo mesi di tira e molla, con la questione delle partite in chiaro (più filosofica che pratica) tirata in ballo da Spadafora con una puntualità stressante, Lega e Federazione abbiano dovuto sacrificare qualcosa sull'altare del populismo. Non si è mai trattato di far vincere il calcio, ma di pareggiare gli interessi.
LA DOMANDA - Perché nessuno ha chiesto un parere ai diretti interessati? Perché ci troviamo a fine maggio con un countdown che rischia di essere quasi fittizio? Si è parlato di tutto, nessuno l'ha fatto con chi effettivamente aveva il compito di scendere in campo. La Coppa Italia sarà vinta dalla squadra meno stanca, non dalla migliore: evidentemente, così volevano premiare lo 'spettacolo'. Evidentemente, qualcuno aveva più interesse (e fretta) a mostrare il carro del vincitore. Tempi duri, quelli dei sondaggi al ribasso.