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Una dietro l’altra. La normalità sotto forma di coda all’ingresso della Continassa; sotto le mascherine, i sorrisi di chi ha iniziato ad assorbire la routine e la fatica. Giorno 14 maggio: la riapertura delle frontiere calcistiche sembra più vicina. Non solo per le parole di Malagó, quanto per quel felpone rosso di Maurizio Sarri che è tornato a gestire, urlare, immaginare la sua Juventus.

CATALIZZATORE - È arrivato poco dopo le 9.30, ben prima di tanti suoi giocatori. E li ha voluti tutti lì, al centro sportivo. Non un assembramento galeotto, bensì un bentornato con tutti gli onori del caso. Una full immersion bianconera (alle 19 era ancora dentro, possibile uno stop prolungato al jhotel), una boccata di normalità che Maurizio si è goduto a pieno. Lavorando, ovviamente. E discutendo.

RIUNIONI? - Non è certo passato inosservato il quadro del primo pomeriggio, quando dietro le nere mura del training center si era affievolito il via vai di calciatori e a conti fatti mancavano all’appello quattro protagonisti: oltre a Sarri, Nedved, Bonucci e Chiellini. Praticamente il consiglio d’amministrazione di campo. Possibile che si siano parlati, che l’abbiano fatto più a lungo. Possibile, soprattutto, che abbiano gettato le basi per questo tour de force chiamato finale di stagione. È tutto vero, tutto più vicino. Sotto la mascherina, ecco il primo gran ritorno: quello del direttore d’orchestra.