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Non bastano Hakimi, Kolarov e Vidal. Antonio Conte non vuol sentire la pressione e rimanda la mittente la parola scudetto e tutto ciò che ne consegue. "Nessun allenatore può assicurare al cento percento al proprio club di potere vincere. Quello che si può fare è cercare di essere competitivi fino alla fine", dichiara in conferenza stampa prima della partita di questa sera contro la Fiorentina. La prima in campionato dei nerazzurri che, inutile nascondersi, sono i primi antagonisti della Juve per lo scudetto. Anche Conte lo sa come sa che dopo 9 scudetti di fila è la Juve la squadra da battere. 

A SUA IMMAGINE - Conte ha plasmato la squadra e parte della dirigenza a sua immagine e somiglianza. Ha convinto il presidente nerazzurro Zhang a non puntare solo sui giovani ma anche su calciatori di esperienza. Ecco perché sono arrivati sia Kolarov che Vidal. Due dei suoi pallini, due richieste precise dell'ex tecnico bianconero che nonostante gli acquisti non vuol sentir parlare di obbligo di vincere. Ma allora perché la scorsa stagione ha detto di tutto alla dirigenza quando non sono arrivati i risultati, come se fosse solo colpa loro? Se l'obiettivo è essere sempre protagonisti, la scorsa stagione l'Inter ci è riuscita: seconda a -1 dalla Juve e finale di Europa League. Perché tanta rabbia?

NASCONDINO - La verità, è chiara e limpida a tutti. I 9 scudetti consecutivi vinti dalla Juve danno la possibilità a Conte di nascondersi bene dietro le spalle giganti dei bianconeri. Ma paradossalmente pure lui sa che questa è la stagione buona per vincere, la Juve arriva dalla seconda rivoluzione in due anni, i nerazzurri ripartono dalla base della scorsa stagione oltre ai nuovi acquisti e oltre pure ad un rigenerato Eriksen che nel precampionato ha impressionato. La verità è che Conte si gioca tutto in questa stagione, proprio per questi motivi. Ha convinto la società a prendere direzioni diverse da quelle che voleva, ha portato i suoi uomini alla Pinetina, è persino riuscito a far passare in secondo piano i continui attacchi alla società. Nonostante questo, vincere non è importante. L'importante è essere protagonisti. Se lo dice lui...