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La panchina di Antonio Conte scotta in vista del derby d'Italia di questa sera, mentre Maurizio Sarri è più freddo e calcolatore. Questa l'analisi de Il Giornale dopo le conferenze stampa della giornata di ieri:

"Quella di Conte e della Juve è stata una storia di passionalità appunto, conclusa con la sceneggiatura del tradimento (suo). Non se la sono giurata, a parole, ma nemmeno dimenticano. E Conte non riesce a dire di essere rimasto tifoso della Juve. Tifa per ogni club che ha allenato, racconta secondo il vademecum della professionalità. Ma con la Juve c’è di mezzo l’orgoglio, stavolta l’orgoglio di esserle davanti. Magari non era previsto, nemmeno prevedibile così presto. Eppoi il Super Io sfamato dall’aver vinto anche in Inghilterra. Ma in Inghilterra ha vinto pure Sarri, sebbene in campo europeo. Corsa e rincorsa senza fermarsi. Stavolta non sarà la resa dei conti: si sono inseguiti avvicendati, odorati, nasati ed ora stanno sulle due panche più arrapanti d’Italia. Sarri è subentrato a Conte ad Arezzo, ma poi gli ha restituito il posto prima della fine del campionato. Sarri è stato successore di Conte al Chelsea ma la storia è finita allo stesso modo: liquidati a fine stagione. Conte ha vinto in Italia con la Juve. Sarri è finito sempre dietro la Signora: l’unica soluzione era quella di guidarla dalla panchina. C’è arrivato: ancora una volta arrivato secondo. Eppure oggi Sarri sarà il gattone in agguato, come fosse lui quello davanti e non l’altro. Come fosse lui quello con il curriculum di pregio. E non l’altro. Scherzi del pallone che ha affidato a Conte e Marotta, due vincenti bianconeri, l’incarico di guidare l’Inter per metter la Juve nel sacco".