NON CI HA CREDUTO - No, le squadre non erano equilibrate. Conte ha ragione. Non capita a tutti di poter far entrare a gara in corso Gonzalo Higuain, Emre Can e Rodrigo Bentancur lasciando gente come Ramsey e Rabiot a guardare dalla panchina con Chiellini e Douglas Costa davanti alla tv infortunati. La rosa della Juve è forte e profonda, forse anche troppo, anche se Sarri sta dimostrando di saper gestire bene un gruppo tanto folto e pieno di prime donne. La società ha fatto passi da gigante mese dopo mese, anno dopo anno. Passi in avanti in cui Conte, evidentemente non credeva. Pensava che la Juve fosse arrivata al top o, peggio, che la Juve era tornata grande solamente grazie a lui e che una volta partito lui il progetto si sarebbe accartocciato.
FUTURO - L'impennata della Juve in Europa è invece coincisa con la partenza dello stesso Conte. Allegri ha dato coraggio e personalità ad una squadra che in Champions con Conte si sgonfiava. Con Max la Juve ha fatto due finali di Champions, non le ha vinte ma è riuscita comunque a tornare nell'élité del calcio europeo tanto da attirare l'attenzione di un campione come Cristiano Ronaldo. Con Sarri la dirigenza spera che la squadra mantenga la stessa personalità europea giocando anche con più coraggio. Il terzo atto di una saga che Conte credeva fosse finita dopo appena tre anni. La Juve è la miglior squadra d'Italia con ampio margine sulle inseguitrici nonché una delle formazioni più forti in Europa. Quando c'era Conte le proporzioni non erano queste ma il primo a non credere a una trasformazione del genere è stato proprio lui.
@lorebetto