commenta
L'addio di Antonio Conte all'Inter costerebbe centocinquanta milioni. Un esonero ricchissimo, che prevederebbe anche nelle sue cifre i soldi da investire per un allenatore di pari livello (come Allegri o Pochettino) a cui sarebbe garantita una cifra molto molto vicina ai 12 milioni annui gudagnati dall'attuale tecnico nerazzurro. Una spesa pazzesca, inconcepibile. Forse c'è anche questo dietro il mancato addio, oltre al carattere di Conte che non vorrebbe mollare, nonostante la crisi di risultato aperta e il quarto psoto attuale. A bilancio, inoltre, c'è anche Spalletti e il suo staff, che con i nerazzurri non avevano fatto poi male. Almeno non peggio di così. Zhang, Suning e Marotta per ora non valutano questa ipotesi come concreta, spiega il Corriere dello Sport, se però Conte riterrà che non ci sono più le condizioni per andare avanti e chiederà di interrompere la sua esperienza nerazzurra come ha fatto nel 2014 con la Juventus, non saranno fatte barricate. In presenza di una sfida professionale ritenuta più affascinante e adatta alle sue ambizioni, il tecnico pugliese potrà coglierla e l'Inter si guarderà intorno. Come scrive il quotidiano "il prezzo per averlo è stato elevato. In termini di acquisti, ma anche di concessioni, sfoghi sopportati e tensioni. Il tutto al netto di un ingaggio astronomico per la A: dieci milioni netti più due di bonus per il 2019-20; dodici più due per le due successive annate. Ecco perché se a fine agosto le strade di Antonio e dell'Inter non si divideranno, qualcosa cambierà comunque".