IMPATTO - Ci sono altre due altre frasi, nell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, che ha come mittente (mai nominato) sempre Massimiliano Allegri. "Non sono un gestore, non credo che l’obiettivo di un allenatore sia fare meno danni possibili, trovo umiliante per la categoria dire una cosa del genere. Io voglio incidere". E poi ancora: "Ajax? Parliamoci chiaro ci sono squadre più forti, ha undici giocatori effettivi, giocatori che hanno voglia di correre con e senza palla, andare avanti, difendersi in avanti e non in braccio al portiere". Conte sottolinea con forza la differenza tra i due stili: lui da una parte e Max dall'altra. Due modi diversi di intendere il calcio. La partita però non si gioca (solo) sulle lavagne tattiche.
CHAMPIONS - Anche Allegri, dal canto suo, ha spesso voluto rimarcare alcune differenze, soprattutto tra la sua Juve e quelle del passato. "Quando sono arrivato io c'era gente bianca come questo pallone prima di giocare con il Malmoe, c'era paura di giocare contro il Malmoe", dichiarava prima dell'ottavo di ritorno contro l'Atletico Madrid. Poi, ormai come un mantra, Max continua a ripetere da settimane: "Io ho sempre la possibilità di vincere la Champions, ogni anno, perché mi sono sempre passato i gironi". Qualcuno prima di lui, evidentemente, non l'aveva fatto. Intanto la Juve deve decidere. Se non ci saranno problemi con Allegri si andrà avanti con lui. Presto l'incontro fra il tecnico e il presidente della Juve, il favorito resta sempre Max ma in caso di rottura, Conte sarebbe pronto come prima alternativa. I messaggi alla Juve (e ad Allegri) parlano chiaro.
@lorebetto