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Il giusto prezzo. Questo è il tema del dibattere di questi giorni, legato all'inchiesta sulle plusvalenze, che coinvolge 11 club, tra cui la Juventus e che ieri ha vissuto una nuova tappa con le richieste di deferimento per Agnelli e tanti altri dirigenti. Un concetto su cui si dibatte, alla ricerca di una soluzione che rischia di non esserci. Tuttosport in edicola oggi, inizia con una provocazione: "Una domanda, a questo punto è: nel prossimo calciomercato, al momento di chiudere un’operazione, i club dovranno chiedere il parere degli esperti per sapere se il prezzo è giusto? Per esperti si intende quelli che hanno compilato la tabella della Procura Federale, stabilendo il «giusto prezzo» per i giocatori coinvolti nell’inchiesta sulla presunta irregolarità delle plusvalenze. Perché al netto delle richieste dell’accusa e della sentenza attesa venerdì, il nocciolo di questa vicenda non è un dettaglio per il mondo del calcio. Il metodo per calcolare con oggettiva esattezza il prezzo di un giocatore potrebbe essere il sacro Graal del calciomercato che diventerebbe finalmente scienza".
 
IL VALORE OGGETTIVO -
Il “fair value” di un giocatore è al centro di molti dibattiti, anche della Fifa. Ma come si trova? "È quindi interessante capire  - si legge sul quotidiano - quale sia il criterio con cui gli esperti della Procura Figc abbiano trovato il metodo per stabilire se una plusvalenza sia fasulla o meno. Primo step: la frequenza di operazioni fra due squadre. [...] Secondo step: l’impatto che le operazioni hanno sul conto economico. Ovvero se non c’è un disavanzo significativo di denaro nell’operazione di scambio (ovvero il prezzo dei due giocatori coinvolti coincide o si discosta di pochissimo) rendendo l’impatto insignificante sul flusso di cassa dei due club, questo è un altro sospetto. Terzo e decisivo step, se il valore assegnato ai giocatori non è conforme con quello stabilito dagli esperti". E qui si ritorna al punto di partenza. La Procura ha segnalato alcuni fattori tecnici come l’esperienza del giocatore, le  presenze nei vari campionati e nazionali, i gol o altri parametri tecnici per le prestazioni e i valori medi per il ruolo. Un risultato poi confrontato con il popolare sito Internet “Transfermarkt”.

LA REAZIONE - Un fatto che non è piaciuto, perché per gli addetti ai lavori non può essere un punto di riferimento oggettivo, con i valori che non sono sempre aderenti a quello che succede sul mercato. E gli addetti ai lavori hanno contestato agli esperti anche i criteri con cui sono arrivati a definire il loro “giusto prezzo” dei giocatori. Un ds - si legge su Tuttosport - con grande esperienza ha detto: "Con questi criteri i 35enni che ho nella mia squadra potrebbero valere decine e decine di milioni, ma vi garantisco che, per quanto possano giocare, non otterrei quasi nulla se li mettessi sul mercato". Un modello matematico che diventa molto complesso da applicare e su questo punteranno molto le difese nelle prossime 48 ore.