1. "Fisco? Pago i miei assistenti il 30% il più di ciò che chiedono, solo per avere tutto in regola, non so cosa sti accadendo". Apre così Cristiano Ronaldo. L'atmosfera è particolare, l'occasione anche: il portoghese ha riunito a casa sua tutti gli uomini di fiducia, per parlare dei problemi fiscali e per sapere chi sia il responsabile della minaccia alla sua fedina penale, ma soprattutto del suo orgoglio ed ego. E' l'11 maggio 2017, da lì si aprono 14 mesi da thriller, conclusi con 18.8 milioni di euro versati nelle casse del Fisco, come multa. "La riunione - scrive El Mundo - è iniziata in silenzio. Nessuno ha parlato. I partecipanti temevano la reazione di Cristiano, che ha preferito chiamare tutti in casa del suo agente e padrino, Jorge Mendes, entrambi residenti nel complesso residenziale La Finca de Madrid. Il giocatore ha fatto di quel posto il castello kafkiano in cui si è isolato dal club, dalla città e persino dal paese in cui lavorava: l'idolo era in realtà un uomo single che esercitava in casa per motivi di preoccupazione i servizi medici di Madrid, inquieti per il loro sovrallenamento; [...] Quel giorno, tuttavia, la sua faccia era quella di qualcuno confuso: "Chi è responsabile di tutto questo?" Chiese. Il silenzio poteva essere masticato. "Doctor, io ho detto che non volevo rischiare!" Esclamò. Il dottore era l'avvocato Carlos Osorio, un uomo di fiducia del clan Mendes e responsabile dell'architettura aziendale e fiscale dei suoi giocatori. Osorio è una delle persone che Cristiano paga sopra le solite percentuali per sentirsi al sicuro. «Non ho studi. L'unica cosa che ho fatto nella mia vita è giocare a calcio, ma non sono stupido e non mi fido di nessuno. Ecco perché quando assumo un consulente gli pago sempre il 30% in più di quello che chiede, perché non voglio problemi".
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