LA TRATTATIVA - "La Juventus - scrive il quotidiano - decise di rinunciare a Luis Suarez, svicolando dal ginepraio di una trattativa spinosa, giusto due giorni prima dell’esame di Perugia: fu una resa improvvisa ai tempi strettissimi che l’ingaggio dell’uruguaiano stava comportando, visto che il passaporto italiano del giocatore del Barcellona sarebbe dovuto arrivare al massimo entro il 5 ottobre, ultimo giorno utile per tesserare un nuovo acquisto. Suarez era ormai diventato il primo obiettivo del mercato juventino, scalzando il romanista Dzeko, ma all’inizio della scorsa settimana il club bianconero si convinse che non ci sarebbe stata la possibilità di completare la pratica nel giro di 15-20 giorni e perciò fece sapere che nella corsa contro il tempo avrebbe lasciato che vincesse il tempo. E si arrese".
LA POSIZIONE - E prosegue: "Ora, la Juve nega di avere spalleggiato Suarez nell’iter burocratico per la sua italianizzazione. Non ci sono dichiarazioni ufficiali. Al massimo, da Torino fanno sapere di essersi limitati a prendere informazioni su quali fossero le università che consentivano di sostenere l’esame di italiano il più rapidamente possibile, e a girarle allo staff di Suarez. Se poi lui, che non ha un manager vero e proprio né una struttura ad assisterlo, ha voluto sostenere l’esame ugualmente, è stata una scelta sua".
PROCURA FIGC - E chiosa: "La procura federale della Figc non ha aperto un fascicolo sulla vicenda né ha chiesto gli atti dell’indagine: dopo tutto, al momento nessun tesserato è coinvolto. Per configurare un illecito sportivo dovrebbe emergere un’attività della Juventus al fine di accomodare l’esame, cosa che non risulta allo stato dei fatti".