Si è rivisto il solito Dusan, incapace di scrollarsi di dosso il marcatore di turno, sempre in ritardo sui tanti cross sfornati venerdì sera dal suo compagno Kostic, perennemente nervoso. Al punto da arrivare quasi alle mani con un avversario per una spinta – sostiene lui (ma parecchio dubbia) – ricevuta in area di rigore e che gli avrebbe impedito di impattare la palla di testa. Per fortuna l’arbitro Fabbri guardava altrove perdendosi la sua reazione esagerata, se n’è accorto però Allegri che lo ha tolto.
E dopo un’altra prestazione opaca, ovviamente il dubbio ti sfiora: Vlahovic è davvero l’attaccante giusto per questa Juventus? Oppure è sempre e solo colpa del poco gioco prodotto dalla squadra? Eppure, come detto prima, nella ripresa le ali hanno fatto il loro lavoro, mettendo dentro l’area empolese tanti palloni, alti e bassi, tant’è vero che le reti sono arrivate, di testa (Rabiot, McKennie) e di piede (ancora Rabiot, e Kean). Chi non c’è arrivato mai è stato solo il nervosissimo Dusan, che se non segna si arrabbia. Come i bimbi capricciosi.
Eppure sono gli stessi suoi compagni a dimostrargli che, con la calma e l’applicazione, alla fine i risultati si raccolgono. Kean non la buttava dentro la rete dalla stagione scorsa, contro il Sassuolo: Allegri sta insistendo su di lui, gli dà spazio, e piano piano Moise sta uscendo dal tunnel in cui era precipitato, al punto da chiedersi se era ancora un giocatore da Serie A e – soprattutto – da Juventus. Con il Toro aveva iniziato a dare qualche segno di risveglio (pur rifacendo errori colossali), contro l’Empoli è sembrato tornare quello esplosivo del 2019, segnando un gol e sfiorando più volte anche il secondo (che gli è stato pure annullato). Entrato con i fischi è uscito tra gli applausi.
L’altro è Rabiot, che dopo addirittura due stagioni trascorse nel più totale anonimato sembra finalmente aver trovato il suo perché alla Juventus, grazie anche ad Allegri che ci ha creduto quando tutti tiravamo addosso al francese. "Non sa neanche lui quanto è forte" diceva Max un anno fa, e in pochi gli credevano (me compreso). Con l’Empoli una prestazione, quella di Adrien, molto generosa, fatta di strappi in velocità, muscoli e gol. Addirittura due. Come all’andata con il Maccabi. “Bravo!”, direbbero a Parigi. Ma anche lo Stadium ha apprezzato, tributandogli un’ovazione dopo la doppietta, roba impensabile soltanto un mese fa.
Anche Dusan è uscito dal campo tra gli applausi dell’Allianz al momento della sostituzione, a conferma che il credito concessogli dal popolo juventino è ancora molto ampio. Per ora, nessuno pensa che quei 90 milioni complessivi – tra cartellino e contratto – investiti lo scorso gennaio siano stati un errore, non ancora. Servono però i gol, altrimenti qualcuno inizierà di sicuro a bisbigliare che era meglio far rinnovare Dybala, che almeno con Empoli e simili segnava sempre.