Dopo l’abiura alla Superlega, ecco arrivata anche la rinuncia alla prossima competizione europea, in modo da ottenere in cambio il differimento del settlement agreement e potere sanare così le finanze societarie nel giro di qualche anno, rientrando con calma nei parametri UEFA. L’esclusione per una sola stagione dalle coppe barattata col quieto vivere. Ad Elkann interessava rimettere le cose a posto dopo gli sconquassi del cugino, puntando al compromesso con tutte le istituzioni sportive anziché allo scontro, e ci sta riuscendo.
Seppur nella delusione totale della tifoseria bianconera, convinta che stavolta non sarebbe finita come nel 2006. Infatti quella volta terminò peggio di questa, sebbene il nuovo finale di partita non soddisfi affatto gli juventini. Soprattutto dopo aver viste archiviate, da parte della giustizia ordinaria, le accuse di false fatturazioni nei confronti della precedente dirigenza (restano, però, aperti altri 3 capi d’accusa). Ma degli umori della tifoseria a John interessa poco, l’importante era salvare capra e cavoli, e per tenerli buoni gli ripeterà – come dopo il patteggiamento con la FIGC – di “aver fatto gli interessi della Juventus”.
L’accordo definitivo con la UEFA è allo studio, verrà chiuso a breve, e appena sarà annunciato, di sicuro tra i primi ad esprimere la propria soddisfazione per il compromesso raggiunto ci sarà il presidente federale - nonché vice pres. Uefa -Gravina, come già fatto dopo il patteggiamento Juve con la CAF, definendolo “il risultato più bello del calcio italiano”.
Dopo lo scempio arbitrale di Cluj, nel debutto degli azzurrini all’europeo di categoria contro la Francia, verrebbe da domandargli se il calcio italiano può accontentarsi di veder umiliata la Juventus dalla giustizia sportiva e tacere di fronte ad un arbitraggio assurdo che potrebbe mettere a rischio il percorso della Under 21 nel torneo continentale.
Proprio come ha fatto lui, che non ha mosso un muscolo dopo il clamoroso gol del possibile pareggio non concesso per mancanza di goal line technology sui pali della porta. Nel 2023, con gli strumenti tecnologici utilizzati ormai in tutti i tornei (compresi quelli georgiani e rumeni, dove si sta disputando l’Europeo), è davvero inconcepibile organizzare una competizione UEFA senza VAR.
Riferiscono che la FIGC abbia espresso il proprio “fastidio” in via informale, e questo ha sortito il ripristino di VAR e GLT a partire dai quarti del torneo. Perché non da subito, considerati i gravissimi errori commessi dall’arbitro Lindhout, andrebbe chiesto sempre a Gravina, visto che – come n° 2 della UEFA - rientra a pieno titolo tra gli organizzatori di questo Europeo. Riutilizzare la tecnologia dai quarti non è affatto una sua vittoria, ma copre ancor più di ridicolo la massima istituzione calcistica continentale di cui Gravina fa parte ai massimi livelli.
Eppoi, ripetiamo, perché la FIGC non ha alzato la voce subito, a fine partita, sostenendo legittimamente le giuste recriminazioni del CT Nicolato? Forse per non urtare troppo la suscettibilità di Ceferin? Chissà mai potesse risentirsene e un domani … Insomma, il particolare anteposto all’interesse generale. Che, in questo caso, sarebbe stato quello della nostra Nazionale.
Per la quale, però, molti juventini hanno smesso di tifare già dal 2006, e altri se ne sono aggiunti dopo le recenti vicende giudiziarie. Vedere l’altra sera la Under mostruosamente penalizzata dalla quaterna olandese è stata quasi una loro piccola, platonica, ma goduriosa rivincita nei confronti di una Federazione matrigna, crudele con la Juventus e prona a Ceferin. “Ben gli sta!”