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Tutto come da copione. Dybala torna, segna, sancisce di fatto la vittoria della Juventus sul Napoli, ed immediatamente è ripartita la dybalite. Fans in delirio, procuratore Antun che esce dalla prolungata afonìa: “Paulo ha fatto un gol da Champions, lui è un gladiatore, è più forte degli infortuni”. Dopo 87 giorni d’assenza, è bastata una rete della Joya alla prima uscita per fare recriminare gli juventini su come avrebbe potuto essere la stagione con l’argentino sempre a disposizione e ad Antun per riaccendere i riflettori sul proprio assistito. Glissando sul contratto, ma l’esaltazione massima del proprio giocatore alla prima intervista rilasciata, dopo mesi, non è stata affatto casuale. È stato un modo per scaldare i motori in vista di una trattativa che, prima o poi, dovrà essere riaperta.

Un gol, per quanto bello e decisivo, però non è sufficiente per tornare a battere cassa. E Antun lo sa. Per questo ha aggiunto “testa al presente, Paulo adesso vuole solo fare bene e giocare le ultime partite della stagione”. Tradotto: fatelo giocare e vi dimostrerà una volta di più quanto vale. Come se alla Juventus non lo sapessero. Così come altrettanto Dybala sa bene che, per riprendersi una maglia da titolare, dovrà convincere Pirlo a rivedere le gerarchie in campo, che al momento mettono Chiesa e Morata davanti a lui. Soprattutto dopo uno stop così prolungato, continui rinvii causa dolore, visite specialistiche in serie e persino cene off limits causa covid. Un gol non basta per convincere il club a rinnovargli la fiducia e venirgli incontro sulla richiesta di 15 milioni, contro i 10 propostogli finora per il rinnovo. Da qui a fine maggio servono altre reti e altre prestazioni all’altezza per far cambiare idea ad Agnelli, Nedved e Paratici nei suoi confronti, loro che Dybala lo avevano già bello che incartato e spedito due estati fa a Manchester, direzione United, scambiandolo niente meno che con Lukaku. Paulo puntò i piedi (e magari pure Lukaku, che voleva andare da Conte) e l’affare saltò, ma non è affatto escluso che alla prossima finestra di mercato non possa di nuovo essere lui quello immolato sul sacro altare delle plusvalenze. Col diniego dei milioni di dybalisti juventini, tornati a magnificare la loro Joya dopo la rete di mercoledì scorso e che trovano inconcepibile anche solo il pensiero che un fuoriclasse del genere possa essere ceduto.

Ciò che non capiscono, o non accettano di capire, è che le qualità tecniche di Dybala non sono mai state in discussione, quelle non le nega nessuno alla Continassa, sarebbero dei pazzi. Quello che si pretende da un top player arrivato a chiedere il raddoppio del proprio stipendio – attualmente fermo a 7.5 milioni – è la continuità di rendimento. Meno capricci, più determinazione. Meno bambinate e più maturità. L’occasione per dimostrarla gli verrà offerta in tutte le prossime 9 partite di campionato e in finale di Coppa Italia. Dybala non perda l’ultimo treno. “E’ un gladiatore, più forte degli infortuni”. Appunto, lo metta in pratica, e il resto verrà da se.