Il risultato finale è stato un disastro. L’obiettivo però è stato raggiunto: stravolgerne il contenuto, così da far passare l’accordo raggiunto alla Juve come una furbata, se non addirittura una truffa. Il comunicato ufficiale, se uno lo legge scevro da malafede, è molto chiaro. Dice che l’intesa raggiunta con la Prima Squadra (quindi, rosa e allenatore) prevede la riduzione dei compensi per quattro mensilità, producendo in questo modo un risparmio complessivo alla voce ingaggi intorno ai 90 milioni. Una bella sforbiciata, in grado di dare ossigeno ad un bilancio già in perdita, e che lo sarà ancora di più causa effetti del coronavirus.
Già sulla cifra complessiva, qualche Archimede Pitagorico ha avuto da dire, stabilendo – non si capisce in base a quale calcolo – che il taglio sarebbe di molto inferiore, poiché di fatto ridotto ad una sola mensilità (marzo) con le altre tre (aprile,maggio,giugno) spostate alla stagione successiva. Qualcuno lo ha equiparato ad una spalmatura del contratto, coi soldi recuperati successivvamente dai singoli giocatori. Un posticipo di pagamento. Uguale, mossa astuta ma per nulla da applausi. A rafforzare la tesi ci sarebbe proprio un passaggio del comunicato stesso, quello in cui dice “nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali”. Tradotto: ogni giocatore andrà a trattare singolarmente la propria posizione contrattuale con la società. In barba all’accordo collettivo tanto pubblicizzato. Bugie. Frutto di notizie attinte non si sa da quali fonti. Di sicuro non quelle ufficiali, che infatti riportano altro. A sentire però costoro, comunicherebbero il falso.
Gli “accordi individuali” non sono trattative separate, ma serviranno proprio a mettere nero su bianco quanto stabilito attravverso l’accordo collettivo. È prassi ordinaria chiamare il singolo dipendente a ratificare, con una firma, ogni modifica contrattuale, e alla Juve si attengono “alle normative vigenti” come riporta proprio il comunicato. Ovvio che , nel caso si riprendesse a giocare, a giocatori e allenatore dovranno essere restituiti dei soldi, com’è giusto che sia, e il risparmio sarebbe minore.
Da qui a quantificare fin d’ora a quanto ammonterebbe la cifra globale ce ne passa, però qualcuno è riuscito a calcolarla ugualmente consultando forse qualche amica chiromante. Il top è stato però raggiunto ventilando, con una faciloneria dilettantesca, lo spostamento di alcuni costi di gestione da un esercizio di bilancio (2019/20) all’altro (2020/21). Roba in grado, per una società quotata in Borsa, di far scattare delle denunce, in quanto violerebbe i principi contabili internazionali. Eppure c’è stato chi, sempre in quel comunicato, è riuscito a leggerci anche questo. Ed è pure convinto di averci azzeccato. Poco gli importa di aver scritto il falso, l’importante è aver veicolato sui canali d’informazione una fake news in grado di condizionare il “sentimento popolare”. Il lockdown ha chiuso tutto,meno le fabbriche del letame.
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