Parafrasando il mitico Jimmy Fontana, un derby d’Italia non è bello se non è litigarello. Fateci caso, anche il confronto apparentemente più tranquillo sfocia sempre in una rissa, con strascichi infiniti. Tipo l’ultimo di Coppa Italia, del tutto privo di tensioni in campo tra i giocatori, e tra quest’ultimi e l’arbitro.
Fuori, però, è successo di tutto, con qualche aggiunta di veleno da parte di terzi. Qualcosa lo si è percepito e visto in tv, molto del dietro le quinte è stato invece raccontato, con versioni discordanti: quella della Juve, quella dell’Inter, e quelle partigiane o volutamente polemiche di qualche media o lupo solitario utili solo ad aumentare il polverone.
CAMBI DI VERSIONE - Guardate soltanto cosa si è detto e scritto sulla causa scatenante il feroce diverbio negli spogliatoi tra Paratici e Oriali: all’inizio il motivo sarebbero state le pressioni esercitate in estate dal ds juventino su Barella per convincerlo a lasciare l’Inter, sostituita poi con quella delle urla indirizzate durante la gara sempre a Barella da Paratici per le troppe entrate dure del centrocampista interista sui giocatori juventini. Fra un po’ ne salterà fuori pure una terza. Tutto fa brodo per tenere viva la polemica.
BUONI E CATTIVI? - Alla Juventus parlano di provocazioni verbali reiterate da parte di Conte e della panchina interista all’indirizzo di Agnelli & company, all’Inter addirittura di agguato premeditato da parte dei dirigenti bianconeri nei confronti del loro tecnico e degli altri dirigenti nerazzurri. Personalmente ritengo che in questi duelli picareschi non esistano angeli e demoni, ma semplicemente persone che non si amano ed esagerino, da una parte e dell’altra.
L'ASSURDA POLEMICA - Poi però c’è di mezzo il tifo e la supposta terzietà dell’informazione che spesso veicola le polemiche assecondando il noto sentimento popolare, il più delle volte schierato contro la Juventus. Ecco allora montarne una del tutto pretestuosa e priva di logica ma che gioca a favore della tesi interista sul possibile agguato: quella sulle immagini che riprendono Conte fare il dito medio alla tribuna juventina. Non sono riprese Rai, quindi da dove arrivano? Chi le ha tirate fuori? Perché sono uscite solo social? Anatèma!
NON SIETE SODDISFATTI? - È sbalorditivo come nel giornalismo sportivo anziché rallegrarsi per avere a disposizione un contenuto visivo in più, che aiuti nella ricostruzione dei fatti, ci si interroghi invece sulla provenienza e sul perché sia saltato fuori. Domande che possono legittimamente farsi quelli dell’Inter ma non dei professionisti dell’informazione che vivono appunto di notizie e documenti esclusivi. A meno che non si desideri fare informazione di parte, ci si schieri.
TESI SMONTATA - Tra l’altro le immagini incriminate sono davvero come l’uovo di Colombo: appartengono alla Juventus, che le produce e le vende ai vari broadcaster, Rai compresa. Quella telecamera che ha ripreso Conte fa pure parte del sistema di controllo e sorveglianza dello stadio, servite in passato per individuare facinorosi o violenti sugli spalti. Sono quindi sempre accese. La tesi dell’agguato, della provocazione a oltranza, sapendo che ogni reazione sarebbe stata ripresa, non regge. Le medesime telecamere hanno infatti consentito alla Rai di mandare in onda Agnelli mentre insultava Conte.
LA SPIEGAZIONE - Già, ma le immagini di Agnelli sono griffate Rai, quelle di Conte uscite sui social no. Come mai? Probabilmente a fine primo tempo - quando l’allenatore dell’Inter fa quel gestaccio - la regia Rai aveva staccato per la pubblicità e non si è accorta di quel passaggio. Le ha poi recuperate e utilizzate successivamente. La regia Juve invece le ha viste e, a fine gara, pubblicate sui social. Un colpo basso all’Inter? Sicuramente, ma anche un modo per giustificare lo sfogo del proprio presidente, bersagliato di accuse per quel comportamento su web e media. Si chiama “autodifesa” non “agguato”.