Riporta alle attenzioni della cronaca questo scambio all’indomani delle dichiarazioni dell’ex presidente romanista Pallotta, che non ha perso occasione per salire sul carro dell’antijuventinismo spinto ed attaccare la società bianconera proprio sulla questione plusvalenze, sulla quale è stata annunciata di recente dalla procura federale la chiusura delle indagini. In attesa del processo, Pallotta si è tolto qualche sassolino dalla scarpa che probabilmente conservava da tempo e si è scagliato contro Madama.
“Pensavo – ha detto – fosse la squadra più forte, ma dopo le indagini in corso lo metto in dubbio. Ogni volta che avevamo un buon giocatore in rosa dovevamo preoccuparci se sarebbe arrivata la Juve a prendercelo. Lo hanno fatto con noi, da ultimo con la Fiorentina. Dalle indagini sembra chiaro che il club potrebbe aver fatto qualche giochino di mercato”.
E per “giochini” si intendono appunto le plusvalenze, ovvero gli scambi di giocatori super valutati che portano benefici sui conti finanziari dei club che le attuano. Quindi, alla Juve ma anche alla Roma. Come accadde appunto nell’evidente caso di Pellegrini. Proprio al termine della stagione 2018/19 la società capitolina mise a segno la cifra più alta di plus durante la gestione Pallotta, 130 milioni, cifra che le permise di ridurre il rosso in bilancio a 24 milioni e rotti.
Dal 2012 al 2019, periodo dell’era pallottiana, il ricorso alle plus in casa giallorossa fu graduale e sempre con ricavi a crescere, per una cifra complessiva nell’intero settennato attorno al mezzo miliardo di euro, per un impatto positivo sui conti pari al 26.3% sul fatturato, con punte anche del 34%. Solo nella stagione 2016/17 le plusvalenze romaniste sfiorarono i 100 milioni.
Non discuto sulla correttezza finanziaria di tutte quelle operazioni, tant’è vero la Roma non risulta indagata, ed anche perché alla fine i valori di mercato dei singoli giocatori li stabilisce il club, com’è giusto che sia non esistendo un tabellario sui prezzi. Vale però per tutti, per la Roma così come per la Juventus. E i giochini sulle valutazioni hanno imparato a farli tutti.
Quanto poi a Pjanic e Vlahovic, la Juventus non li ha scippati ma pagati la somma richiesta dai loro precedenti club di appartenenza. Per quanto riguarda il bosniaco, la Roma aveva fissato una clausola rescissoria di 32 milioni, e quelli incassò. Consentendo tra l’altra alla Roma una plus di 22 milioni. Un “giochino” che a Pallotta piacque.